Tremonti sull’Expo: «Il decreto? Per me va bene tutto, io non ci tengo»

«Per me va bene qualsiasi cosa». Giulio Tremonti è tranchant sulle sorti del decreto che costituirà la società di gestione dell’Expo 2015. «Non ci tengo e non ci ho mai tenuto» ha tagliato corto il ministro dell’Economia, rispondendo a una domanda sui problemi nati per la governance e soprattutto alla questione se le divergenze fossero vicine a essere risolte. In realtà il via libero alla Soge (la società di gestione) è atteso attraverso la firma di Silvio Berlusconi, perché si tratta di un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri e le carte sono attualmente in mano al sottosegretario, Gianni Letta.
Nell’attesa che si sblocchi il decreto, rallentato dagli impegni dovuti alla crisi finanziaria, Letizia Moratti e Roberto Formigoni continuano a procedere per organizzare l’evento. «L’importante è che ciascuno faccia la sua parte e si cominci già a lavorare con spirito concorde. A Milano lo stanno già facendo» dice il presidente della Regione e assicura di non essere preoccupato per l’appuntamento del 31 ottobre, quando le istituzioni milanesi e lombarde dovranno andare a Parigi e relazionare di fronte al Bureau international des expositions sul lavoro compiuto fin qui. «Ho visto che il presidente del Bie ha chiesto un incontro con il governo italiano - ha ricordato Formigoni - e mi sembra che il Bureau abbia ben presente le differenti responsabilità di ciascuno». E ancora: «Attendiamo il gesto formale del decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Lo attendiamo con fiducia».


Il 30 ottobre è fissata la prima seduta del tavolo Lombardia in cui si parlerà delle infrastrutture da preparare entro il 2015. A incalzare è l’opposizione. «Berlusconi e la Lega se ne fregano di Milano, e intanto il ritardo per l’Expo è imbarazzante e vergognoso» attacca Ezio Casati, segretario metropolitano del Pd.

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