RomaPer la prima volta, dopo lunghissimi mesi di traversata in «terra incognita», Giulio Tremonti si concede un po dottimismo. «Può essere che chiudiamo il 2010 con un segno particolarmente positivo del Pil: l1% o anche più», dice il ministro dellEconomia davanti agli imprenditori romani riuniti in assemblea. «È importante perché partiamo da meno 6% (-1% nel 2008 e -5% questanno). E stiamo lavorando - aggiunge - alla riforma fiscale per fine legislatura; la faremo in prospettiva lunga e secondo i vincoli di bilancio, e sarà mirata al lavoro e alla famiglia».
Tremonti annuncia anche un paio di norme che saranno inserite nella Finanziaria: una «molto forte» riguarda il numero degli assessori e dei consiglieri comunali e provinciali, con un risparmio di 200-300 milioni di euro; e saranno riproposti i crediti dimposta alle imprese. «Noi ve li diamo, gestiteli voi - dice, rivolgendosi agli imprenditori - devessere una forma meno arbitraria di prima», con il meccanismo del click day (chi arriva prima acchiappa il credito).
Lannuncio di una riforma fiscale di prospettiva lunga, da attuare entro il 2013, fa pensare che non ci sarà spazio per tagli dellIrap o per la cedolare secca sugli affitti in Finanziaria. È probabile, invece, che lo sconto fiscale sullIrpef - valutato in 3 miliardi e 716 milioni di euro dal governo - confluisca nel provvedimento, e sia finanziato con i proventi dello scudo fiscale. Agli imprenditori della capitale, Tremonti chiede di non prestare ascolto ai dottor Stranamore che si presentano con ricette salvifiche. «Ho letto che si può fare una grande manovra di bilancio a saldo invariato - dice, riferendosi al documento elaborato dal presidente della commissione Finanze del Senato, Mario Baldassarri - ma davvero pensate che si possa tagliare la sanità, che già costa meno della media europea e mediamente ha un rendimento superiore? Davvero pensate che si possa dire a un lavoratore: ti taglio lIrpef ma anche la sanità»?
Nei confronti del ministro dellEconomia arriva il plauso di Gianni Letta: «Ha tenuto salda la barra dei conti pubblici in un anno di tempesta - dice il sottosegretario alla presidenza - caricandosi del peso e della responsabilità di scelte impopolari, interpretando la politica del governo che è una politica di rigore». Un riconoscimento importante dopo le ultime polemiche interne, e in vista degli impegni in arrivo per Tremonti. Mezzo governo, o forse più, fa pressioni per ottenere finanziamenti: il conto complessivo andrebbe dai 17 ai 25 miliardi di euro, questultima cifra calcolata dal presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte. In una lettera al premier Berlusconi, il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola ha sollecitato immediati investimenti per favorire la ripresa. Le priorità da finanziare «assolutamente», spiega però Conte, valgono 8-10 miliardi di euro: autotrasporto, libri di testo scolastici, università, 5 per mille, missioni internazionali, patto per la salute con le Regioni, fondi per Roma capitale e lAnas. Per il resto, dallIrap alle risorse per il rischio idrogeologico, cè poco spazio.
Oggi si riunisce per la prima volta la consulta economica del Pdl, presieduta da Tremonti, proprio per parlare di emendamenti alla Finanziaria. Quelli prioritari saranno riconoscibili, annuncia il relatore Massimo Corsaro, perché la prima firma sarà quella del capogruppo Pdl in commissione.
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