Trezegol e Del Piero non perdono il vizio

Mazzone, amaro record di presenze in panchina. Spinelli attacca l’arbitro

A inizio gara l’abbraccio tra Carlo Mazzone e Fabio Capello per celebrare le 787 panchine del sor Carlo in A, proprio come il paròn Nereo Rocco. Poi la Juventus cancella l’aria di festa, fa subito sul serio e, potendo disporre di un super Trezeguet, si porta a casa la partita per 3-1 e i tre punti indispensabili a tenere a distanza il Milan. Passati appena due minuti e una manciata di secondi, Balzaretti dà a Nedved che apre di testa verso Giannichedda il quale a sua volta tocca corto per Trezeguet poco avanti a lui. Il francese non si fa pregare e con un tocco di esterno destro beffa Amelia in uscita col pallone che, lemme lemme, va a sbattere sul palo per poi finire in rete. Una doccia fredda che scombussola le idee del Livorno, in campo senza il regista Passoni squalificato e che dimostra, se ancora ce ne fosse il bisogno, la concretezza, la determinazione e il cinismo dei bianconeri. Un animus pugnandi, questo della Vecchia Signora, che evidenzia anche il particolare stato d’animo dei giocatori: malgrado i punti di vantaggio sul Milan, nessuno pensa che la pratica scudetto sia già chiusa e nessuno intende mollare la presa. Anche perché il vero obiettivo della stagione, la Champions, s’avvicina a passi da gigante e l’Arsenal di Henry non è proprio una squadra da prendere sottogamba. Meglio affrontarla allora al limite della tensione agonistica, senza cali psicologici e senza tentennamenti. Niente di meglio allora del Livorno di Mazzone, squadra tosta e arcigna, senza tanti campioni ma con gente decisa che sa quello che vuole. I livornesi però accusano il colpo del gol a freddo e solo al 13’ riescono a impensierire Buffon. Morrone ruba palla in mezzo al campo, serve Lucarelli che da fuori area indirizza un missile alla destra di Buffon. Ma il numero uno della nazionale non si fa sorprendere e, per quanto è lungo, riesce a deviare in angolo. Ci prova subito dopo Pfertzel con un tiro al volo da fuori. Tutto qui il Livorno che nella ripresa torna in campo con un altro spirito: evidentemente le urla di Mazzone hanno provocato l’effetto desiderato. È più calmo anche Lucarelli che per tutto il primo tempo ha litigato con l’arbitro Dondarini e l’assistente Pirondini, meritandosi un bel cartellino giallo. L’effetto si nota subito e al 7’ Pfertzel effettua un taglio centrale, dopo un rimpallo a centrocampo, salta in velocità Thuram e di sinistro mette alle spalle di Buffon. Esplode il Picchi, ma a gelare la gioia dei livornesi ci pensa ancora lui, il killer dell’area di rigore, quel David Trezeguet che in tutta la partita ha toccato solo quattro palloni, ma che ha fatto due gol: una media da brivido. Già, appena trenta secondi dopo il pareggio, Nedved da centrocampo lancia il francese che, scattato in posizione regolare, protegge il pallone con il corpo dall’entrata di Vargas e raddoppia. Gol numero 20 in campionato, 26 nella stagione, cosa chiedere di più a Trezeguet? Ma nessuno meglio di Capello conosce i propri giocatori: il tecnico sa che Trezeguet è sofferente a una gamba, Del Piero accusa subito un fastidio al flessore della coscia sinistra che poi sparisce (Alex resta tranquillamente fino al termine e realizza anche il suo 192° gol a una manciata di secondi dal termine), mentre Ibrahimovic in panchina ha qualche problemino al tendine. E allora, per non rischiare troppo Trezeguet, dopo 20’ della ripresa lo sostituisce con il lungo svedese. Il Livorno però non si dà per vinto e cerca, inserendo anche la terza punta Palladino, di raggiungere il pareggio. Che sembra fatto quando al 21’ Lucarelli va in cielo per colpire di testa, ma quando tutti gridano già al gol, il pallone finisce a una spanna dal palo.

Onore ai toscani, ce l’hanno messa davvero tutta, con un secondo tempo intraprendente e pieno di grinta (però il presidente Spinelli a fine gara si scatena contro l’arbitraggio di Dondarini), ma questa Juve è davvero troppo forte, troppo determinata, troppo tutto. È l’anno giusto per il terzo scudetto consecutivo, i tifosi della Signora sperano che lo sia anche per la coppa con le «grandi orecchie».

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