«É a rischio la salute dei cittadini». Giampaolo Landi di Chiavenna, non usa mezzi termini. A pochi giorni dagli scontri tra i rom di via Triboniano e la polizia, lassessore alla Salute del Comune chiede che si prosegua nella linea della tolleranza zero, il campo «va smantellato» e «non solo per ripristinare la legalità - insiste - ma perchè la salute dei milanesi è messa in pericolo da quella che ormai è una cloaca a cielo aperto». Nessuna mano tesa «a chi non accetta il piano della legalità, non si adegua alle norme del vivere civile e ricorre addirittura alla guerriglia urbana - afferma lassessore ex An -. Milano non può avere zone franche dove non vengono rispettate legalità e condizioni igieniche che sono sotto gli occhi di tutti, come sanno bene i cittadini che abitano a ridosso dei campi rom, vergognosi ghetti fuori controllo, ricettacoli di criminalità e malattie. Vanno smantellati al più presto».
Il sindaco conferma la linea del rigore. «Noi andiamo avanti con il nostro programma di alleggerimento e chiusura del campo, perchè è giusto mantenere una linea di coerenza - assicura Letizia Moratti -: legalità e accoglienza. Un binomio inscindibile, come ha ricordato anche il ministro Roberto Maroni». Ma smentisce che Triboniano sia ancora una zona franca: «Se mi ricordo comera quando ero candidata sindaco, non posso dire di essere oggi più preoccupata di allora. Quattro anni fa - ricorda - ci vivevano circa mille rom e la polizia non poteva neanche entrare, quel campo era una zona franca». Ritorna al primo gennaio del 2007 quando, da poco sindaco, dopo la notte di paura per lincendio nelle roulotte, andò lì e annunciò che qualcosa doveva cambiare. «Abbiamo riorganizzato il campo e imposto il patto di legalità e socialità come condizione per abitare lì. Andiamo avanti anche ora con il nostro programma, garantendo agli ospiti volenterosi programmi di inserimento sociale».
Anche Maroni ha definito ieri la rivoltà dei rom «intollerabile, cè un atteggiamento sbagliato ma non ci faremo intimorire. «Continueremo nel programma che è stato studiato dallamministrazione senza farci intimorire da queste reazioni assolutamente ingiustificate». Il vicesindaco Riccardo De Corato chiede invece a prefetto e questore di «impedire a centri sociali e no global di entrare nel campo a fomentare rivolte.
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