Il tribunale dei record: celebrati 48 processi in una sola mattinata

Per farci stare l’elenco di tutti gli imputati, hanno dovuto incollare due fogli uno sopra l’altro. Quarantotto imputati in una sola udienza, quarantotto processi diversi. Un record, probabilmente. E l’aspetto più incredibile è che alle 13 l’udienza era già finita.
In tempi di polemiche sulla giustizia-lumaca, la giornata di ieri alla Quarta sezione del tribunale di Milano vale la pena di essere presa ad esempio di come - mentre si invocano più soldi, più mezzi o leggi più funzionali - bastino a volte il buon senso e la voglia di lavorare per dare risposte ragionevoli. Perché quello che sta prendendo forma è una sorta di «rito ambrosiano» dove - senza toccare il codice di procedura penale - giudici e avvocati si mettono d’accordo per snellire le procedure. Il risultato è stato tanto soddisfacente che la Quarta sezione penale - quella innanzi alla quale si tenevano i 48 processi di ieri - non ha avuto neanche bisogno di ricorrere alla legge che autorizza a rinviare i processi inutili. Utili o inutili, hanno deciso i giudici, noi i processi siamo in grado di farli tutti.
Tra i 48 imputati chiamati ieri in aula dal giudice Oscar Magi, di imputati fantasma ce n’erano tanti: gente irreperibile, identificata in modo approssimativo. Ma anche questi processi sono andati avanti per la loro strada. I processi - va detto - non sono finiti. Magi non ha pronunciato neanche una sentenza. Ma l’udienza di «smistamento» ha consentito di dividere i processi potendo prevedere - grossomodo - quale sarà il loro destino: quelli destinati a chiudersi con un patteggiamento sono stati rinviati di quindici giorni; quelli per cui invece sarà necessario interrogare i testimoni sono stati rinviati di un mese e mezzo, il tempo necessario per eseguire le notifiche. Nel giro di novanta giorni, insomma, dovrebbero essere tutti (o quasi) chiusi.
E non è ancora finita. Le sezioni penali del tribunale milanese stanno preparando un «codice di autoregolamentazione» destinato a venire emanato dopo il confronto con gli avvocati, e che dovrebbe rendere ancora più scorrevole il percorso dei processi.

Soprattutto in quella massa di processi che una riforma a costo zero - quella che con orrido neologismo è stata detta del «giudice monocratico» - ha spostato dalla competenza di un terzetto di giudici ad un singolo magistrato. Insomma, a volte la buona volontà fa miracoli.

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