da Milano
Le ultime apparizioni in tribunale lo davano in maglietta attillata, «Coronas» scritto in strass, muscoli a vista, coda di cavallo, occhiale da sole e abbronzatura tropicale. Ora, abbronzatura a parte, è un altro Fabrizio Corona. Il «fotografo dei vip» è tornato ieri in unaula di giustizia. A Milano, dove è imputato per nove episodi di presunte estorsioni, si presenta impeccabile. Vestito blu, camicia e cravatta, capelli corti, occhiali da vista. «Che però sono finti - confessa -, perché mi pagano per portarli». E spara pure una cifra. Cinquantamila euro. Alla faccia della crisi, Corona gli sponsor li trova.
Però è un Fabrizio col freno a mano tirato, almeno per ora. Quindi, in ordine sparso, «ho molta fiducia nella legge, anche se in molti ce lhanno con me», e «forse in passato sono stato troppo spavaldo e spaccone». Poi si scioglie un pochino, e «mi sento un perseguitato» anche se «sono stato assolto a Roma, Torino e Potenza, e in questo processo non ci sono né denunce, né querele nei miei confronti, né parti civili». E comè essere Fabrizio Corona, oggi? «La mia vita è cambiata, ora è un casino - spiega -, non posso più aprire un conto in banca, anche se sto per metter su un negozio, una panetteria e bar. E degli amici non mi è rimasto più nessuno». Ancora: «Non ho nessuna paura di tornare in carcere (anche se, in un primo momento, aveva detto il contrario, ndr), se dovesse accadere ci tornerò da innocente, come ci sono già stato per tre mesi, e sarà una cosa scandalosa», e «col mio carattere focoso mi scalderò quando inizierà veramente il processo, e sfileranno i testimoni».
Perché, per il momento, siamo alle fasi iniziali del dibattimento. Ieri, infatti, il Tribunale ha rigettato listanza di inutilizzabilità delle intercettazioni avanzata dai difensori di Corona, e stilato una lunga lista di testimoni.
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