Trichet: «Crescita più lenta, colpa del petrolio»

Si rischiano pesanti effetti sull’inflazione. E sulla crisi dei mercati la Bce non intente abbassare la guardia

da Milano

L’economia globale, nonostante un leggero rallentamento, continua a crescere a ritmo piuttosto robusto. Ma ci sono rischi di ribasso, legati alle fiammate del petrolio e alla crisi dei mercati. Questo il quadro tracciato dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nelle vesti di portavoce del G10, a pochi giorni dal Consiglio direttivo all’Eurotower, che giovedì dovrà decidere, come ogni mese, sui tassi di interesse. Non si attendono variazioni rispetto all’attuale 4%: ma è innegabile che una certa preoccupazione sia stata espressa ieri da Trichet.
In particolare, oltre al petrolio, i rischi di rialzo per l’inflazione e di ribasso per la crescita riguardano gli aumenti registrati per i prodotti alimentari: «dobbiamo guardare a come si formano i prezzi», ha sottolineato Trichet al termine dell’incontro dei governatori delle banche centrali, precisando comunque che parlare di stagnazione «non è la parola esatta».
Sulla crescita grava però anche la crisi dei mercati, sulla quale le banche centrali non accennano ad abbassare la guardia. «Restiamo all’erta - ha detto Trichet -. L’azione coordinata delle banche centrali è stata utile: manterremo contatti costanti e continueremo a monitorare da vicino la situazione». Il portavoce del G10 si è infine detto soddisfatto dell’azione degli istituti centrali al fine di calmierare le tensioni presenti sul mercato. «Abbiamo dato prova di efficienza: sono soddisfatto - ha concluso Trichet -. Noi siamo responsabili del mercato monetario e, in questo segmento, abbiamo aiutato la normalizzazione. Ognuno di noi ha fatto un buon lavoro e ora rimaniamo in contatto come lo siamo stati in passato». Una frase questa che sottintenderebbe come le banche centrali sarebbero di nuovo pronte a un’azione coordinata, se ce ne fosse necessità sul mercato.
A chi infine gli chiedeva informazioni sull’andamento dell’economia statunitense che, secondo molti economisti, è a un passo dalla recessione, Trichet ha risposto: «Chiedetelo a Ben Bernanke. Considerate comunque che siamo tutti interdipendenti».


Intanto, proprio ieri, dall’inchiesta settimanale Reuters Estimates, è emerso che gli analisti finanziari di Wall Street sono sempre più pessimisti sull’evoluzione dei risultati societari del quarto trimestre e hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita degli utili aziendali nel primo e secondo trimestre del 2008: rispettivamente al 4,7% e al 4,6%, contro l’11,4% e il 9,4% previsti solo tre mesi fa.

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