«Triennale a un fascista» Al clan Boeri va di traverso la nomina di De Albertis

«Indigeribile». La nomina di Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil, alla presidenza della Triennale è andata palesamente di traverso all’assessore alla Cultura Stefano Boeri. Una questione di faide famigliari - De Albertis è considerato il «nemico numero uno» della famiglia Boeri per via di quel parcheggio in piazza Sant’Ambrogio tanto contestato dalla madre Cini, e dalla sinistra radical chic che si era offerta addirittura di pagare i 10 milioni di euro di penali se il Comune avesse revocato la concessione. E una prova di forza politica: Boeri aveva sponsorizzato la nomina di Carlotta de Bevilacqua, designer e moglie del patron di Artemide contro quella di De Albertis sostenuta dall’assessore al Commercio Franco D’Alfonso di area socialista e dal terzopolista assessore al Bilancio, Bruno Tabacci.
«Avevo chiesto un segnale di discontinuità» ha ribadito ieri. Nonostante ciò, ha assicurato, Palazzo Marino non dovrebbe esercitare il suo potere di veto sulla nomina. «Non credo sia quella la strada, ma non sta a me decidere», ha affermato, rilanciando la sfida al sindaco. «Nel nuovo modo di fare politica» è compreso anche il fatto che «l’amministrazione non interferisce sulle attività dei cda», ha aggiunto. Milano «nel maggio scorso ha segnato un passo importante, sia dal punto di vista politico sia da quello culturale - ha concluso Boeri - e credo che sia importante che una delle eccellenze culturali della città registri questo passo».
Persa la prima, l’assessore si cimenta in una seconda prova di forza, questa volta con Giuliano Pisapia - che ha già dimostrato segni di insofferenza verso il libero battitore Boeri - chiedendogli in maniera trasversale di esercitare il potere di veto.
Fin qui il Boeri ufficiale, che poi si abbandona a uno sfogo con i supporter sulla sua pagina facebook. «La vicenda della Triennale è indigeribile per Milano e per tutti noi». Basta lanciare il post che in un attimo il popolo arancione si scatena: «D’accordissimo con te. Il guaio è che ancora una volta hanno prevalso le rozze, gli ignoranti, gli arruffoni - scrive Tiziana - i maneggioni e chi non vuole nessun cambiamento positivo in questa città ...finirà che ti metteranno sotto tutela». Osa di più Franco che si lancia in un «Accidenti che vergogna: un fascista alla Triennale, però in tema con l’edificio. Come è stato possibile?». Ci pensa Tita a spiegare ai compagni di quali nefandezza si è macchiato il presidente dei costruttori: «È l’artefice del parcheggio di Sant’Ambrogio». Precisa Amalia «semplicemente rappresenta gli interessi dei costruttori/immobiliaristi a Milano e provincia e chi l’ha votato». C’è chi coglie il dato politico: «Mi chiedo se non ti stiano tarpando le ali».
Così mentre c’è chi candida l’archistar alla presidenza di viale Alemagna, sempre sul social network il sindaco precisa la linea, lasciando isolato l’assessore commissariato con il suo mal di stomaco. Non solo il sindaco non ha alcun potere di veto - si legge nella pagina GiulianoPisapiaxMilano per fugare ogni dubbio anche tra i supporter: «All’articolo 5 dello statuto della fondazione c’è scritto a chiare lettere che la vigilanza non è di competenza del Comune né tantomeno sia prevista una qualsivoglia possibilità di veto» -, ma non ha intenzione di esercitare alcuna «ingerenza».

«Non è nelle intenzioni di questa amministrazione relativizzare concetti fondamentali come non ingerenza. Esiste un sistema di regole che non intendiamo disattendere. E il rispetto delle regole è proprio della buona politica». Ma non della buona digestione di qualcuno.

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