E dimenticato più di qualsiasi altro monumento di Milano. Strano, visto i tempi. LOmm de Preja, noto anche come Sciur Carera, al numero 13 di corso Vittorio Emanuele, non se lo fila nessuno. Facendo i turisti e domandando chi sia quel signore togato, privo del braccio destro, la mano sinistra amputata, mandibola importante, non un milanese, non uno, ce lo ha saputo dire. Il fantasma di pietra. Eppure sotto lOmm è inciso uno dei detti romani più celebri, attribuito a Cicerone: «Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est». Traducendo: «Chi giudica gli altri deve essere privo di ogni vizio». Il pensiero è reputato lantesignano della frase evangelica: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Però!
Non è tutto. NellOttocento, lOmm divenne il «sosia» del Pasquino romano, «sosia» nel senso che sotto di esso venivano affissi i biglietti di satira politica contro i governanti. Una curiosità, che attesta come non sia vero che i cellulari abbiano cambiato il nostro linguaggio. Quando Eugenio di Beauhrnais sposò Augusta di Baviera il 14 gennaio 1806, sotto la statua apparve il biglietto: Arciduca 6-1-0. Arciduca sei uno zero.
Lei cosa scriverebbe? Edoardo Cerrana, che passeggia sul corso per tornare a Carate Brianza, pensa e dice: «Disegnerei una vignetta con la scritta: La sinistra italiana sta pensando a come risolvere i problemi del Paese. Quindi, Bersani addormentato su una grande bolla di sapone che gli esce dal naso, come si vede nei cartoni animati giapponesi».
Luigi Carrara, 36 anni, commesso, osserva per la prima volta il togato depoca tardoimperiale e riflette sul suo bigliettino. «E difficile far satira, ma ho in mente una cosa, osservando la statua amputata: Se la sinistra perde la destra, non sa più dove mettere le mani». Lo spirito meneghino, che una volta si attivava nottetempo per far trovare allaurora un salace sberleffo, non si è spento.
Lucia Romagnoli, 28 anni. «Negli anni che stiamo vivendo cè poco da ridere. Come mai che cè anche così tanto poco per riuscire a piangere?». La ragazza dà unocchiata al Sior Carera, ringraziando per averlo conosciuto, mentre lo facciamo notare a Cesare Remelli, pensionato, 72 anni. «Chi è? Berlusconi?» chiede. Ma non vede che ha la toga... è un romano che ospitava la battuta locale sulla politica. «Se è così allora gli direi: Mettiti anche la toga del Senatur, Silvio, e mandali a casa tutti che poi festeggiamo con il panettun!». Ohibò, la satira di destra fiorisce.
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