Tra le tante ricorrenze che abbiamo celebrato o che ci accingiamo a celebrare ce nè una che, del tutto ragionevolmente, può essere ritenuta minore: ma che per questa nostra città ha una sua notevole importanza politica e storica. Cade oggi, 27 novembre, il sessantesimo anniversario duna guerra durata una sola notte. Guerra che fu incruenta e che fu milanese al cento per cento, anche se coinvolse e sconvolse il governo in carica. La «guerra di Troilo». Pochi se ne ricordano, e lo si capisce. Il mondo in generale, e lItalia in particolare, sono molto cambiati da quel dì. Allora la cosiddetta «capitale morale» mostrava ancora, nelle quinte annerite delle sue strade, i segni degli sconsiderati bombardamenti alleati. Prendeva avvio la Guerra fredda. La bipartizione del mondo era già una realtà. Adesso lUnione sovietica è morta, il comunismo, sopravvissuto in qualche suo lacerto bizzarro, non gode proprio di buona salute, e lEuropa cui apparteniamo si gode, nonostante il piagnisteo dei bamboccioni, il più lungo periodo di pace che le sia capitato dalla fonda notte dei tempi. Siamo, vivaddio, nel terzo millennio.
Ma per me, che partecipai in prima persona agli avvenimenti come giovane cronista del Corriere della Sera, sono indimenticabili le immagini della tumultuosa notte in cui Gian Carlo Pajetta annunciò a Togliatti che la prefettura (...)
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