Per trombone solo

Marco Travaglio chiedeva scusa, sull’Unità di ieri, nel premettere che per una volta avrebbe scritto di se stesso: sai la novità. Ha steso 171 righe per dire: ma che vuole il cda Rai, che cos’è questa storia del contraddittorio? Io ad Annozero faccio una rubrica, e sui giornali, accanto a una rubrica, mica se ne mette un’altra. Ah sì? Dettaglio: la tv non è un giornale. Sull’Unità Travaglio scriva quel che voglia, nessuno lo contesterà se non gli azionisti o i lettori di riferimento. Ma nel caso della Rai gli azionisti e i lettori siamo noi tutti, teorici fruitori di un servizio pubblico a disposizione di un Paese variegato.

È intonando la nenia del servizio pubblico, non a caso, che Travaglio e compagnia si scagliano sempre contro questo e quello: e la par condicio, e la censura, e questo non l’invitano mai, e la verità è un’altra. Tra l’altro non è vero che Travaglio ad Annozero non abbia mai avuto contraddittorio: nel novembre 2006, una sola volta, a contraddirlo chiamarono proprio me.

Comunque sia andata, quella volta, Travaglio alla fine non aveva quel sorrisetto che ha ogni volta che se le canta da solo. Peccato che la puntata sia passata alla storia perché si doveva scoprire chi aveva detto «gnocca senza testa». Lì sì che il dibattito fu a più voci.

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