Politica

Troppe barche a Venezia Canal Grande a numero chiuso

La «zona a traffico limitato» sarà estesa e i natanti dovranno essere dotati di targa e sistema satellitare Gps

Nino Materi

Benvenuti nella «Ztl» più suggestiva (e cara) del mondo. Ma che - a breve - diventerà anche la più «protetta» tra le città consideraste «patrimonio dell’umanità». Insomma, benvenuti a Venezia dove il turista che voglia salire su un traghetto comunale dell’Actv (l’equivalente di un autobus sulla terraferma) diretto nella «Ztl» - zona a traffico limitato -, deve sborsare la bellezza di 5 euro.
Basterebbe questo accogliente salasso (sulle tariffe dei mototaxi meglio tacere per decenza) a far comprendere come il problema del trasporto pubblico tra i canali della Serenissima rappresenti un’emergenza. Ad affrontarla, dopo i fallimenti del passato, ci riprova ora l’amministrazione comunale puntando su una «cintura di protezione» attorno al centro storico veneziano. Obiettivo? «Bloccare gli accessi alle barche prive di permesso, con la prospettiva di attuare una sorta di “numero chiuso“ per il traffico acqueo interno alla città, Canal Grande compreso».
Ma si poteva optare per una soluzione meno traumatica? Il vicesindaco Michele Vianello, che ieri ha illustrato il progetto, è partito da una premessa «filosofica»: «Le “rivoluzioni“ se riguardano Venezia non possono fare a meno di guardare a quel suo essere segno di un difficile equilibrio tra acqua e terra, carica di storia e monumenti che la rendono unica al mondo». Poi Vianello è finalmente sceso sul concreto: «La più importante innovazione introdotta dal nuovo piano del traffico acqueo cittadino sarà il divieto di accesso alle barche senza permesso».
In dettaglio il progetto prevede l'istituzione della famigerata «Ztl» in tutta la città storica: una scelta fondata - è stato ricordato senza lesinare sulla solennità - su una forte motivazione giuridico-culturale per la difesa fisica della città, quale patrimonio unico». E la motivazione è proprio il fatto che Venezia è «iscritta nei siti d'importanza mondiale da parte dell'Unesco e il preminente interesse nazionale della salvaguardia della città lagunare dichiarato dallo Stato». Applausi. «In questa “zona a traffico limitato“ - ha spiegato Vianello - potranno accedere soltanto i natanti con un permesso rilasciato dal Comune: in un tempo ragionevole si arriverà a una sorta di “numero chiuso“ su criteri di sostenibilità, i cui livelli saranno definiti con un apposito studio e la cui gestione sarà affidata alla Polizia municipale». Un’altra importante novità: «A garanzia del rispetto delle regole, le imbarcazioni dovranno essere dotate, oltre che delle targhe già previste, anche di sistemi satellitari Gps». La ragione è spiegata dai tecnici del Comune: «Questo permetterà di avere un costante controllo degli accessi che potranno essere disciplinati, variandoli anche sulla base della sostenibilità della rete viaria acqua nei diversi momenti della giornata».
«Sul piano operativo - ha aggiunto il vicesindaco - l'attuazione sarà demandato a specifiche ordinanze (tre quelle previste entro la settimana prossima) o a delibere della giunta o del consiglio comunale». Ordinanze che riguarderanno «la titolarità e gli orari di transito nei rii e le singole regole per i rii, come quelli “blu“ dove la circolazione sarà vietata»; ulteriori provvedimenti sono previsti per la rottamazione di natanti, il rispetto dei limiti di velocità, la questione delle licenze e degli orari di trasporto delle merci.
Rispetto alle «linee guida» del nuovo progetto sul traffico acqueo, Vianello ha auspicato un consenso diffuso delle categorie, dopo le dure polemiche che nei mesi scorsi avevano segnato i provvedimenti allora varati in regime commissariale contro il moto ondoso (regime abolito da una sentenza del Tar). E un primo giudizio positivo è arrivato da Roberto Luppi, rappresentante dei gondolieri, categoria da sempre impegnata nella difesa di Venezia proprio dal moto ondoso. Luppi ha ricordato che da lungo tempo si sostiene la necessità di una razionalizzazione del traffico lungo le vie d'acqua cittadine, a partire proprio dal Canal Grande dove «in certi momenti si arriva anche all'ingorgo di mezzi».
«Credo - ha concluso il capo dei gondolieri - che sia necessaria una zona a traffico limitato. C'è bisogno di capire, di identificare la tipologia e il numero delle barche che entrano in città».

E magari anche di evitare che un giro in gondola di un quarto d’ora arrivi a costare fino a 100 euro a passeggero.

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