«Troppe news nere in tv, bimbi a rischio»

CHOC Il ministro davanti allo schermo con il figlio durante le Feste: «Troppa violenza». La sinistra: vuole la censura

RomaCerte volte i bambini ci mettono in difficoltà. Nella loro disarmante ingenuità e purezza basta poco, è sufficiente un «ma perché?», così, piazzato al momento giusto. E non si sa cosa rispondere. È quello che è capitato al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi l’altro giorno, mica un giorno qualsiasi: il giorno dopo Natale.
Tutti davanti alla tv, a vedere il tg, prima di mettersi a tavola con la tovaglia linda e ciò che resta delle candele sul tavolo, accese il giorno prima.
Soltanto che la notizia che irrompe nelle case di tutto il mondo è di quelle che fanno rabbrividire: in California un uomo vestito da Babbo Natale bussa alla porta dell’ex moglie. Il suo «regalo» è una pistola carica: entra e spara. Spara all’impazzata, uccide nove persone tra cui una bimba di otto anni e poi dà fuoco all’appartamento. Una strage, una mattanza prima di uccidersi. Il telegiornale racconta l’episodio con dovizia di particolari e il bambino, col gioco nuovo in mano e sconvolto da tanto orrore, chiede a papà: «Ma perché?». E in quell’istante non si sa cosa rispondere. C’ha pensato Bondi a quel momento a quel «ma perché?» così turbato. E ieri la considerazione del ministro: «Attenti alla cronaca nera proposta senza alcuna cautela né considerazione per chi guarda la televisione. I tg sono diventati «un serie ininterrotta di notizie catastrofiche, un misto di cronaca nera e cronaca rosa. Possibile che nessuno sia in grado di calcolare le conseguenze che tali notizie hanno nell’animo dei bambini?». E ancora: «Il giorno di Santo Stefano con la solita morbosità nel raccontare i particolari e nell’indugiare nell’orrore senza fine, non ho potuto e saputo spiegare a mio figlio le ragioni di tanta cieca ferocia». Se ne sentono di ogni, tutti i giorni: strage di Gaza, strage di Erba, strage del sabato sera, strage compiuta dall’ennesimo squilibrato in ogni parte del mondo.
E ancora: stupri, omicidi, rapine, regolamenti di conti, agguati. I telegiornali sono infarciti di notizie di cronaca nera che spesso riportano fatti raccapriccianti. E quindi, è il ragionamento di Bondi, «siamo proprio sicuri che non vi sia spazio in televisione per un’informazione che parli del bene che tante persone promuovono senza alcun tornaconto? Se non sapremo arrestare questo circolo vizioso della televisione, non vi sarà fine al peggio, al brutto, al deteriore, al pessimismo, al volgare, e all’orrore». Da qui, l’appello alle forze politiche per «svolgere un’azione comune per la difesa di certi valori fondamentali. Io sono pronto a fare la mia parte».
Immediate le reazioni, politiche e no. «Totalmente d’accordo - s’è subito accodato l’azzurro Francesco Giro - Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna dedicano spazio alle loro tradizioni e attività e non solo alla cronaca nera». Il comunista Marco Rizzo, invece, s’è affrettato a rimarcare la sua differenza ideologica e, tranchant, ha sentenziato: «Pericolosa la riflessione di Bondi, anticamera della censura. Ci manca solo che i direttori dei telegiornali prendano indicazioni e veline sulla cronaca rosa e sulla cronaca nera, e poi, anziché i tg, avremmo i notiziari del Mulino Bianco».
Anche gli addetti ai lavori, sentitisi chiamati in causa, hanno detto la loro. «È sempre più sottile la linea di demarcazione fra il dovere di cronaca e il diritto dei minori di vedere salvaguardata la loro sensibilità» ha ammesso Emilio Carelli, direttore di Sky tg24. Che poi ha sottolineato come la delicatezza della questione riguarda, oltre la cronaca nera, le notizie di guerra o di terrorismo.

Emilio Fede, direttore del Tg4, ha accolto da tempo l’appello di Bondi: «Da sempre lotto perché non ci sia sangue e violenza soprattutto nelle edizioni in onda nelle ore in cui davanti al video ci sono anche i bambini. La mia lo sa».

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