di Stefano Olivari
Lassenza di un grande favorito è una cattiva notizia per gli scommettitori perché fa saltare gli schemi sia a chi esegue il compitino che a chi cerca le quote di valore, cioé quelle che lallibraggio rende sbagliate. Il novantacinquesimo Giro dItalia è quindi solo per conoscitori della materia. Alla vigilia il favorito dobbligo era il vincitore 2011 Michele Scarponi, a 3,50, ma Ivan Basso (trionfatore 2006 e 2010) era lì che lo tallonava a 4,75. Significativo che sul terzo gradino del podio ci fossero quattro corridori tutti a 10,00: Pozzovivo, Rujano, Kreuziger e Schleck (Frank). Damiano Cunego e Joachim Rodiguez a 15, poi tutti gli altri. Va detto che in una corsa a tappe di tre settimane è difficile inventarsi campioni, quindi è di solito prudente una scommessa sul piazzamento di chi campione lo è già: Scarponi fra i primi tre era offerto a 1,40, Basso a 2,00. Interessanti i movimenti dopo le prime tappe, con Basso sceso a 4,00 e Scarponi salito a 4,50, seguiti da Kreuziger a 8,00. Ma il discorso su ciclismo e scommesse è più complesso e spiega perché questo sport non sia fra i prediletti dagli scommettitori, al punto che al di fuori del periodo del Giro dItalia mai raccoglie più dell1% delle giocate. Il fattore sorpresa qui è superiore a quello di quasi tutti gli altri sport, soprattutto nelle corse in linea o negli arrivi di tappa. I favoriti possono annullarsi a vicenda oppure leggere male una fuga, di sicuro pur essendo in forma possono piazzarsi male. Non è un caso che nelle tappe con arrivo sicuro in volata anche un fenomeno come Mark Cavendish non vada al di là dell1,50, mentre un Goss o un Farrar siano quotati intorno al 10,00. In altre parole, un sistemista che credesse in Cavendish solo per andare in pari dovrebbe sperare in due vittorie su tre del campione. E quindi chiaro che nelle scommesse di giornata quando si parla di ciclismo il vantaggio sia tutto dalla parte del banco.
Troppe sorprese con il ciclismo
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.