«Troppe tasse, così crolla l’agricoltura»

«Troppe tasse, così crolla l’agricoltura»

«Niente interventi per lo sviluppo, solo tasse, compresa una patrimoniale mascherata. Caro Monti, qui crolla il sistema agricolo nazionale».
Presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, quanto è arrabbiato, da uno a dieci?
«Undici, undici».
Perché?
«Per il nostro comparto, l’unico che negli ultimi anni ha dato occupazione, è una manovra devastante. Per modalità e intensità».
Partiamo dalle modalità.
«In fase di modifiche la nostra categoria ha ottenuto emendamenti peggiorativi. Una vera persecuzione. Poi c’è la conta dei danni ingenti che dovremo subire».
Anche per il resto degli italiani non saranno rose e fiori.
«Ne siamo consapevoli e vogliamo fare la nostra parte. Accettiamo l’incremento per le rendite dei terreni agricoli del 60%. E non sono noccioline: la base imponibile dell’Ici - domani Imu - aumenta dal 75 al 120 per cento».
Cosa non mandate giù?
«L’accatastamento dei fabbricati rurali, che ci servono per lavorare. Da sempre sono inseriti nel valore dei terreni. Ora sono stati scorporati e hanno un livello di tassazione specifica che si va aggiungere a quella dei terreni. Una doppia tassazione, inaccettabile».
Avete calcolato le ricadute?
«Chi prima pagava 2mila euro di Ici adesso ne pagherà 8mila di Imu. E l’incremento del 400% non è coerente. Siamo il settore che paga di più e ci hanno pure esclusi dallo sgravio per l’Irap: viene concesso a tutte le imprese tranne che a quelle agricole».
Vi sentite delle pecore nere?
«Per forza. Siamo stati esclusi dalle misure dello sviluppo. Non hanno concesso alcun intervento per la crescita. Solo tasse».
In soldoni cosa significa?
«Sul settore agricolo viene caricato più del 10% dell’intera manovra. Noi dovremo sborsare 2 miliardi e mezzo di euro».
Non siete stati bravi lobbisti.
«Abbiamo fatto pressing, anche se un po’ isolati. Ma una manovra fatta in 20 giorni ha messo fretta a tutti e i tagli sono stati fatti con l’accetta».
Ci sono margini di trattativa?
«Spero di sì. Vogliamo parlare con il ministro Grilli, con chiunque voglia di ascoltarci. C’è anche il rischio di un extra gettito perché se i fabbricati non sono mai stati accatastati, come si può stabilire l’ imponibile?»
Anche una stalla dovrà pagare l’Imu?
«Pure quella in disuso. Se non è più abitata dai bovini per la crisi, l’agricoltore dovrà comunque versare migliaia di euro».
Però ci sono cascine e cascine. Alcune vengono trasformate in ville che poi evadono l’Ici.
«È vero. E sono il primo a dire che gli stabili non più funzionali all’attività agricola devono pagare come gli altri immobili».
Lei sa quanti sono queste ville mascherate in cascine rurali?
«Ce ne sono parecchie ma è difficilissimo stimarlo. Esistono un milione e 650mila imprese agricole dotate di circa 4 milioni di immobili».
Un’area che sfugge al controllo del Fisco dunque?
«Per alcune situazioni sarà anche vero. Ma non si può sparare nel mucchio. Passiamo per ricconi ma non abbiamo aerei, né barche. Il nostro patrimonio ci serve per lavorare. E questa tassazione è una patrimoniale mascherata».
Qual è la tipologia di agricoltore che sarà più danneggiato.
«Rischiano di chiudere oltre mezzo milione di aziende sotto i 20 ettari di superficie. Il rapporto tra fabbricati e terreno incide di più sul reddito familiare.

Se mi tolgono 2-3mila euro su 20mila di reddito, non ci sto più dentro».
Cosa farete se il governo non vi ascolterà?
«Speriamo non sia così. Ma quando gli agricoltori si accorgeranno di quello che dovranno sborsare realmente ne vedrete delle belle…».

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