«Troppe tensioni, nel 2010 la città volterà pagina» Moratti: «Crisi e manifestazioni di violenza: è stato un anno difficile ma Milano saprà uscirne: c’è un nuovo clima di dialogo» Formigoni e Podestà pronti a fare squadra con il sindaco. «La n

Milano ferita, è pronta a voltare pagina. Negli ultimi mesi è stata provata da eventi che l’hanno fatta tornare con la mente a brutte pagine del passato. Prima l’attentato alla caserma Perrucchetti, poi le tensioni all’università: gli scontri tra i centri sociali e Cl alla Statale, l’ordigno esploso alla Bocconi. E quelli in piazza: i fischi degli antagonisti in piazza Fontana, l’aggressione al premier Berlusconi accanto al Duomo. L’ultimo episodio che ha fatto salire il clima di paura e insicurezza, l’allarme bomba all’aeroporto di Malpensa. «Milano saprà superare le tensioni e le manifestazioni di violenza, coglierà i segnali positivi di dialogo politico che si stanno aprendo a livello nazionale», è convinto il sindaco, Letizia Moratti. Impegnata, come il governatore Roberto Formigoni (che nel 2010 si rigioca la sfida per il Pirellone) e il presidente della Provincia Guido Podestà, nelle grandi sfide per la città: un’aria più pulita, l’uscita da una crisi che ha lasciato sul terreno tanti posti di lavoro, la costruzione di un’Expo che passa anche dalla realizzazione di strade e grandi opere. E di collaborazione tra tutte le istituzioni.
Il gioco di squadra si legge dalle dichiarazioni di intenti. «Creeremo fondi di garanzia per aiutare le piccole imprese ad avere credito dalle banche. E punteremo su tangenziali e trasporto su ferro per combattere lo smog», anticipa Podestà. «I primi tre obiettivi per l’anno nuovo: infrastrutture, garantire una sanità eccellente, tutelare il lavoro, a partire da chi ha una famiglia da mantenere», rilancia Formigoni. «Si sta chiudendo un anno complesso, segnato da una profonda crisi economica che ha lasciato il segno - ammette la Moratti -.

Ma Milano è capace di reagire. Sul campo della mobilità e ambiente, avanti con metropolitane ed Ecopass. E sicurezza si coniuga con accoglienza: costruiamo una società forte della propria identità ma anche aperta a ciò che può migliorarla».

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