"Troppe varianti al Pgt su richiesta dei privati". Per i pm sono la prova della corruzione

L'accusa: "Aree demaniali cedute senza considerare l'interesse pubblico". Tra gli indagati spunta Masseroli

"Troppe varianti al Pgt su richiesta dei privati". Per i pm sono la prova della corruzione
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Una serie di "varianti particolari al Piano urbanistico generale, dichiarate od occulte, approvate su richiesta dei privati, come rilevante indice di corruzione": è questo, per la Procura, il filo conduttore che attraversa le operazioni edilizie disinvolte avallate dal Comune. Il modus operandi nel commettere gli illeciti che i pm contestano - in questa fase - agli oltre 70 indagati nel caso urbanistica. Grazie all'escamotage delle varianti la "cricca" del mattone riusciva a far sì che aree demaniali, "pubbliche o ex pubbliche", venissero cedute ai privati senza tener conto "dell'interesse pubblico".

In una memoria depositata al gip come integrazione delle richieste di arresto per sei indagati, tra cui l'ormai ex assessore Giancarlo Tancredi, i pm ricostruiscono come lo "strumento" utilizzato era un "insieme numerosissimo di accordi di programma in variante". Accordi che spesso venivano "conclusi ed attuati anche in fase di istruttoria amministrativa sulle proposte dei privati". È qui che Carlo Masseroli, ex assessore all'Urbanistica della giunta Moratti e dal 2022 manager di Nhood, viene citato dagli inquirenti tra gli indagati insieme a Tancredi, Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni e gli altri. Sono poi indicati i progetti al centro delle mire degli indagati: gli scali ferroviari, in particolare lo Scalo Romana con il Villaggio olimpico, le ex caserme, il rifacimento di piazzale Loreto. Gli interventi edilizi che hanno comportato questo tipo di variante sono tutti sotto la lente dei pm e della Gdf.

Per la Procura, c'è un altro strumento che nasconde patti sottobanco tra speculatori e amministratori: gli "accordi di programma", strumento normativo che fa entrare il privato in una operazione, chiedendogli di garantire benefici per la collettività. Molti accordi di questo tipo hanno preceduto le trasformazioni di aree demaniali, come nei casi appunto di "scali, caserme, piazze". I pm citano quello "sugli scali ferroviari" stipulato nel 2017 tra Comune, Regione e "società Sistemi Urbani, Ferrovie dello Stato, Rete ferroviaria italiana, Savillis". L'atto dei pm elenca, tra gli altri, il progetto sullo Scalo Romana, affidato alla Coima di Catella, gli interventi sulla "arena di Santa Giulia", le "caserme del demanio militare Garibaldi, Montello e Santa Barbara". Grazie agli accordi di programma si sarebbe costruito "in deroga" al Pgt. Così a Scalo Romana sono partiti i lavori "senza un previo piano attuativo" con i servizi da garantire ai cittadini. I pm sottolineano che per gli scali il privato si è impegnato "a realizzare, in cambio delle volumetrie e del titolo edilizio, che gli consente lo sfruttamento del territorio, un'opera di risanamento e potenziamento del servizio ferroviario".

Un aspetto che sarebbe solo fatto passare per beneficio alla collettività, in quanto genererebbe comunque "rendita fondiaria privata". Questo perché dal "miglioramento del servizio di trasporto" ricaverà "vantaggio ogni futura intrapresa edificatoria" nell'area.

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