«Troppi baby-fumatori, sconti a chi smette»

Ai giovani milanesi piacciono le «bionde». Molto più che nel resto d’Italia: sotto la Madonnina fumano venti minorenni su cento, circa il doppio della media nazionale (che è di 12 su 100), e la prima sigaretta si accende a 15 anni e mezzo (nel resto del Paese a sedici). Con i dati della ricerca condotta nei mesi scorsi da Doxa in collaborazione con l’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, la direttrice milanese della Lega italiana per la lotta i tumori (Lilt) Ilaria Malvezzi lancia la sfida: a cinque anni esatti dall’introduzione del divieto di fumo nei locali - la cosiddetta legge Sirchia - i numeri dicono che dopo un calo iniziale, i tabagisti oggi sono in aumento, e «ora più che a smettere bisogna convincere soprattutto i giovani a non iniziare». Anche le donne, visto che Milano conta il più alto numero di fumatrici d’Italia. «Come le case di moda riescono a trasmettere messaggi forti imponendo di fatto il gusto ai ragazzi - sostiene la Malvezzi - così si dovrebbe fare sugli stili di vita corretti, per combattere il vizio tra i giovanissimi servono testimonial, risorse fin dalle scuole elementari, anche nuovi divieti». Raccoglie l’appello l’assessore alla Salute del Comune Giampaolo Landi di Chiavenna. Che sul fronte divieti ha incontrato qualche ostacolo: mesi fa aveva lanciato la proposta di proibire il fumo nei parchi ma ha dovuto fare i conti con «delle contrarietà nella maggioranza, per cui il provvedimento - ammette - non riuscirebbe ora ad avere l’ok in consiglio comunale». Ci riprova quindi stuzzicando i giovani a smettere di fumare in cambio di sconti nei negozi, bonus per libri, viaggi, cinema. «I dati sul fumo tra i giovanissimi sono preoccupanti - ammette Landi - per questo lo slogan del mio assessorato per il 2010 sarà “tassare il vizio e premiare la virtù“».
Aveva già proposto di introdurre una tassa di scopo comunale su videopoker e slot machine, per colpire il fenomeno, e allo modo l’assessore alla Salute chiede al collega al Bilancio, Giacomo Beretta, di valutare se questa strada è percorribile per i pacchetti di sigarette: una tassa sul vizio che verrebbe utilizzata per scopi e iniziative di tipo sociale. Se questa via è più lunga e l’esito difficile, Landi ha già pronto sul tavolo il piano «b», quello che scommette sul «premiare la virtù». «Potremmo iniziare con un progetto a campione su base volontaria, con test che verifichino se i ragazzi che aderiscono rispettano davvero il programma per liberarsi dal fumo». In caso positivo, pronti gli sconti nei negozi o buoni da utilizzare per un film al cinema, per comprare un libro o per fare un viaggio. «Ci stiamo già lavorando, cerchiamo le risorse per metterlo in atto» assicura l’assessore.
Dal fronte dei locali invece, se cinque anni dopo i gestori promuovono quella di Sirchia come una «legge perfetta», segnalano l’effetto collaterale ben noto in una città come Milano: i capannelli serali di fumatori all’esterno dei locali con le conseguenti lamentele dei residenti per il rumore.

Rudy Citterio, presidente milanese del sindacato dei locali da ballo (Silb) ammette che «si può fare poco: nei locali nuovi si possono creare sale fumatori con impianti a norma, anche se sono molto costosi, ma nelle strutture già esistente è difficile intervenire e non resta per chi fuma che uscire dal locale».

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