(...) Come interpreta la chiusura totale del governo?
«Ci aspettavamo più sensibilità. Non abbiamo esposto mere opinioni, ma numeri. Abbiamo motivato la nostra preoccupazione per gli ottomila posti di lavoro a rischio. Abbiamo dimostrato che Malpensa per il Nord non è un ninnolo. Se ci dovessero essere così tanti esuberi, la Lombardia vivrebbe una situazione ancor più grave di quella di anni fa con lAlfa Romeo».
Spiragli?
«Nessuno. Il ministro Padoa-Schioppa è stato un po più flessibile nel suo discorso alla Camera. Forse qualcuno lo ha fatto ragionare. Prodi ha fatto percepire qualche spiraglio in più. Noi vogliamo i fatti. Per ora non ci è stata concessa la moratoria».
Avete date per un nuovo Tavolo Milano?
«Non ci è stato comunicato. Abbiamo chiesto una data ripetutamente. Letta però ha chiesto di convocare una riunione tecnica e credo si terrà nellarco della settimana».
Il morale resta comunque alto.
«Non ci diamo affatto per vinti. Proseguiranno gli incontri per portare avanti il progetto di una compagnia del Nord. Certamente siamo delusi da come sono andate le cose ma non assumeremo un atteggiamento remissivo».
Non ne fate una questione politica?
«Nientaffatto. Noi vogliamo difendere degli interessi reali. Ho notato ieri che molti parlamentari avevano su Malpensa pregiudizi sulle presunte speculazioni dello scalo del Nord. Ascoltando i nostri numeri sulla situazione che comporterebbe la vendita a Air France e la mancata concessione di una moratoria, forse qualcuno si è ricreduto».
In che senso?
«Nel senso che appare abbastanza chiaro che largomento Malpensa sia stato strumentalizzato. Noi non ci vogliamo però basare su una realtà fatta da preconcetti, ma su dati veri, oggettivi. Ci auguriamo che anche gli altri facciano così».
Maria Sorbi
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