«Troppi vu’ cumprà: il centro è un suk»

Dalla Cina arriva l’appello alla tolleranza zero contro i vu cunprà che vivono e vendono a Milano. Contro il suk di piazza Duomo e via Fiori Chiari, con i teli e merci taroccate a basso costo. «Esistono le multe, ma i vigili e la magistratura non intervengono. Bisogna tutelare la creatività e i marchi». A denunciarlo è Santo Versace, patron della casa di moda insieme alla sorella Donatella. Se per altri reati si sventola la tolleranza zero, qui «siamo alla venti o trenta». E con la giunta delle ordinanze record - dall’alcol alla droga all’accattonaggio molesto - che in città i controlli contro i venditori abusivi e chi acquista merce falsa siano bassi lo ammette anche il governatore Roberto Formigoni, che annuisce di fronte alla protesta di Versace: «Ha ragione». Ne parlano a margine del Milano fashion global summit organizzato da Class editori a Shanghai.

Si parte dal fenomeno del made in China, ma si arriva al problema della legalità sotto la Madonnina, l’ultimo anello ma che «è un problema serio - insiste Versace - bisognerebbe piuttosto mettere in regola gli extracomunitari, dare delle licenze perché vendano solo prodotti artigianali». Anche il presidente della Provincia Guido Podestà ammette che sulla vendita facile di borse e altri articoli falsi in quartiere come Brera e i Navigli «è un’area su cui si può migliorare»

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