"Troppo degrado, subito un museo per i Bagnanti di De Chirico"

Peccato, perché il derby d’estate si è già giocato. E perché il restauro di un’opera d’arte non dovrebbe essere un gioco. Eppure per Giorgio De Chirico e la fontana dei «Bagni Misteriosi» di parco Sempione è arrivata un’altra sconfitta secca. Roma ha battuto Milano sui tempi, denunciando il degrado in cui versa l’opera scolpita in fragile arenaria dal maestro di Volos. Siate lenti all’ira, si raccomanda nelle Sacre Scritture: ma sei anni trascorsi senza che nulla accada paiono un tempo perlomeno sufficiente ad abbozzare una stortura di naso.
La triste cronistoria è nota: nel 2003 tramonta l’ennesimo progetto di restauro. Lente scorrono venti stagioni in cui, il Comune, proprietario dell’opera medita un nuovo intervento e cerca uno sponsor. I lavori ripartono nel 2008. In aprile la tensostruttura che riparava l’opera viene rimossa. Da allora si lavora sotto la pioggia e questa estate, per ripararsi dal sole, i restauratori si sono pure portati da casa un ombrellone.
A queste condizioni, da Piazza di Spagna a Roma, la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico ha deciso di far valere la sua missione di tutela: «Sui ritardi non possiamo soprassedere oltre», spiega il presidente Paolo Picozza.
A preoccupare è anche la «salute» dei due bagnanti, i mezzobusti cui la Triennale ha offerto da anni un mesto «diversorio» nel retro di una salone.

«Se ci appartenessero, ce li riprenderemmo - provoca Picozza - ma De Chirico li scolpì pensando a Milano: li devono restare, ma in una collocazione museale, perché è da escludersi che, pur restaurati, tornino all’esterno dove invece noi riteniamo opportuno far eseguire delle copie».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica