«Troppo italiano alle statali» Dai genitori islamici un altro no

Il vicedirettore scolastico Zenga: «Impossibile, per il loro progetto serve un’intesa fra Stati»

«Troppo italiano alle statali» Dai genitori islamici un altro no

Gioia Locati

La scuola statale non va bene: troppe ore di italiano da studiare insieme all’arabo. È un ennesimo «no» dietro il quale si schierano in blocco le famiglie di via Quaranta. Dopo la proposta ragionata fra il prefetto Bruno Ferrante, il direttore scolastico Mario Dutto e la console egiziana Serhine Maher («inseriamo i bimbi nelle nostre scuole, aiutiamoli con corsi intensivi di italiano e studiamo un programma di arabo che consenta loro di affrontare l’esame di giugno del loro consolato»), ieri mattina è arrivato un secco rifiuto. E una contro-proposta: facciamo una scuola egiziana a Milano che rilasci un doppio titolo di studio valido in entrambi i Paesi. Il console dovrebbe girare la questione alle autorità. Si può fare una scuola del genere? Risponde il vicedirettore scolastico Antonio Zenga: «Ci vuole un accordo bilaterale fra Stati che al momento, fra Italia ed Egitto non c’è. In Egitto non ci sono scuole italiane che rilascino un doppio titolo». Ottimista il direttore Dutto: «Speriamo che ci ripensino. L’unica soluzione praticabile subito è l’inserimento negli istituti pubblici. È quello che il nostro Paese offre a qualsiasi straniero. C’è poi una responsabilità dei genitori rispetto al cammino formativo dei propri figli». Al momento sono 170 i bimbi delle elementari e 35 i ragazzi delle medie che non frequentano. In diverse famiglie ex di via Quaranta si stanno tenendo lezioni - quasi tutte in arabo - a gruppi di cinque, sei bambini facendo riferimento alle norme sull’istruzione paterna. Un’altra decina di bambini è stata rimandata in Egitto con le madri. «Succederà che altri se ne andranno o decideranno per l’istruzione paterna ma alle statali non andranno» è la previsione del consigliere del centrosinistra e «mediatore» Sandro Antoniazzi. Andrea Mascaretti, presidente della commissione educazione (che si è riunita ieri a Palazzo Marino per fare il punto su via Quaranta) è ferma: «Le regole vanno rispettate tutte e subito senza deroghe. Quando gli stranieri arrivano nel nostro Paese sanno di trovare un sistema di leggi differenti. Purtroppo per loro si sono imbattuti in alcune persone, ad esempio qualche consigliere di opposizione, che hanno alimentato false speranze e gli hanno fatto credere soluzioni non praticabili».

I consiglieri leghisti Laura Molteni e Matteo Salvini hanno chiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria «visto che questi bambini non frequentano alcuna scuola. L’integrazione - ha aggiunto Molteni - non avviene con la forza ci vuole la volontà».

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