«Troppo lavoro indurisce il cuore»

«Occorre guardarsi dai pericoli di una attività eccessiva, qualunque sia la condizione e l’ufficio che si ricopre, perché le molte occupazioni conducono spesso alla durezza del cuore». È il monito espresso ieri da Benedetto XVI e tratto dall’insegnamento di san Bernardo da Chiaravalle, «grande Dottore della Chiesa vissuto tra l’XI e il XII secolo»: un ammonimento che «vale per ogni genere di occupazioni, fossero pure quelle inerenti al governo della Chiesa». Parlando prima della recita dell’Angelus ai fedeli nel cortile di Castel Gandolfo, il Papa ha sottolineato «quanto sia utile anche per noi questo richiamo al primato della preghiera e della contemplazione», all’importanza «del raccoglimento interiore, elemento essenziale della pietà», proprio sull’esempio di San Bernardo, che rivolse il suo ammonimento al Papa Eugenio II e «che seppe armonizzare l’aspirazione del monaco alla solitudine e alla quiete del chiostro con l’urgenza di missioni importanti e complesse al servizio della Chiesa». Sempre dall’insegnamento di san Bernardo, papa Ratzinger ha tratto quasi una sintesi «in nuce» della sua enciclica, «Deus caritas est»: «Per lui la forza più grande della vita spirituale è l’amore.

Dio, che è Amore, crea l’uomo per amore e per amore lo riscatta». «Nel suo amore - ha aggiunto - Dio risana la nostra volontà e la nostra intelligenza innalzandole al più alto grado di unione con Lui, cioè alla santità e all’unione mistica».

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