Trovare un’aula in tribunale? Una tragedia

Indicazioni Corridoi e aule non più con numeri ma con nomi greci da Antigone a Medea

Dove si tiene il mio processo?» «Corridoio Antigone, seconda aula». «Scusi, dov’è il bagno?» «Corridoio Afrania, dietro l’angolo».
In attesa di un trasloco che avverrà chissà quando, il tribunale di Milano si rifà il look. E lo fa, meritoriamente, partendo dal piano più basso e umile di tutti: il pianterreno, dove non ci sono mai processi importanti ma solo la bolgia delle direttissime. Una mano di vernice chiara, luci meno crudeli, qualche spazio più arioso. E soprattutto qualche indicazione più chiara per evitare che gli utenti si perdano nel labirinto di marmo.
E qui arriva la sorpresa. Perché invece di dare un numero ad ogni corridoio si è deciso di dare ad esso un nome. E che nomi: Antigone, Afrania, Lisistrata, Aspasia, Arianna. Nomi di donne presi di peso dalla cultura classica, ed in particolare da quello del mito e della tragedia. Una pensata di Livia Pomodoro, presidente del tribunale e donna di buone letture.
L’idea è culturalmente un po’ funambolica, ma ricca di stimoli.

Anche se, sul piano pratico, tutta da verificare nell’impatto con imputati, parenti, testimoni che vengono da culture lontane da quella ellenica. Quanti Ahmed si perderanno nella ricerca di Lisistrata? E per trovare il corridoio Arianna si rischierà di incontrare il Minotauro sotto forma di un secondino?

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