Truffa alla Guzzanti, la sinistra si schiera Se fosse stata di destra?

Non c'è bisogno di tutti questi veteroalibi: uno di sinistra oggi può giocare anche in Borsa, l'importante è curare l'abbigliamento 

Truffa alla Guzzanti, 
la sinistra si schiera 
Se fosse stata di destra?

È una figata essere di sinistra og­gi perché anche il tuo conto corren­te diventa bellissimo e di sinistra. Non è più come una volta, quando se eri di sinistra doveva sembrare che lavorassi per volontariato, altri­menti non si riusciva a distinguere uno di sinistra da un venduto di de­stra, le cose stanno cambiando. In­fatti Marco Travaglio subito difende Sabina Guzzanti ( nella foto ): e che, una di sinistra non può neppure es­sere famosa e ricca? Una di sinistra ha dei soldi e li investe e viene truffa­ta, cosa c’è di male? Niente, figuria­moci.

In effetti, a parità di 740, non è che la vita quotidiana di uno sinistra og­gi­differisca tanto dalla vita quotidia­na di uno non di sinistra, è come la morale cattolica quando si tratta di scopare, a letto siamo tutti uguali, ba­sta non dirlo o fare la morale ai letti altrui. Certo, se quei quattrocento­mila euro della compagna Sabina fossero stati non dico di Berlusconi ma di Barbara D’Urso o di Bruno Ve­spa o di Maurizio Belpietro, come minimo avrebbero commentato che così imparano a investire in so­cietà poco pulite, questi avidi, come massimo da truffati l’inquisitore Tra­vaglio li avrebbe additati come com­plici.

Certo, lo stesso Travaglio da qualche parte i suoi soldi li investirà, anche perché vivendo in un paese capitalista lui è uno che vende e giu­stamente si fa pagare bene, e non credo li spenda tutti in quelle giac­chette striminzite che però, ho capi­to, sono strategiche, fanno parte del business e di quanto resta della sini­stra culturale: il look striminzito. In­fatti lo scrive Alessandro Piperno sul Corriere della Sera : «Immaginate se Roberto Saviano si presentasse in tv abbronzato, con un gessato grigio, scarpe Alden e una cravatta di Mari­nella. L’opera di Saviano è consu­stanziale al suo aspetto di Cristo pa­soliniano ». È il motivo per cui Benigni, se ci fosse stato biso­gno, quando in Rai si discuteva di cachet, si offrì di andare a prende­re Abbado in bici­cletta, perché in Mercedes con i ve­tri oscurati non era una bella im­magine di sini­stra.

È il motivo per cui Beppe Gril­lo è sempre suda­ticcio e trasanda­to e la Guzzanti, a essere fiscali, non dovrebbe investire i soldi perché non è consustanziale, e se li investe non si dovrebbe mai sapere. Mia mamma, per esempio, è rimasta al­l’antica, quando vado in televisione mi dice ancora invano di vestirmi be­ne e non andare sempre in jeans e Nike «come uno straccione», non ha capito che anche io voglio essere consustaziale. È come quando si discuteva sui quarantamila euro a puntata di Sa­viano, lui disse che «essere pagati è la garanzia di far bene il proprio lavo­ro », era un ragionamento consu­stanziale, bisognerebbe spiegarlo a un operaio iscritto alla Fiom che per meno di quarantamila euro non si deve muovere un dito, altro che ac­cettare le regole di Marchionne.

Co­sì Sabina Guzzanti, ingenua, subito a giustificarsi: ho solo investito qual­che soldo per la pensione, per l’assi­stenza sanitaria, per quando sarò vecchia e malata, in Italia la sanità pubblica non funziona. Mi ha fatto tenerezza, mi ha fatto venire voglia di farle un bonifico, e meno male è intervenuto Trava­glio per spiegarle come funziona l’immagine di sini­stra moderna. Insomma, non c’è nessun biso­gno di tutti questi veteroalibi: uno di sinistra oggi può giocare anche in Borsa, l’importan­te è curare l’abbi­gliamento, e a pen­sarci credo che Sa­viano e Travaglio abbiano la stessa taglia e lo stesso sarto oppure si scambino le giacchette striminzite, per far vedere di risparmiare. L’abi­to è l’ultimo tabù, caduto quello an­che D’Alema potrà dire: «Sì, è una sciarpa di cachemire, e allora?». Or­mai se sei di sinistra diventa un valo­re perfino il reddito da audience, al­tro valore di mercato.

Ci fu una pun­tata di Annozero dove Gianluigi Pa­ragone, il filocapitalista, dichiarò di incassare dalla Rai mille euro lordi a puntata, contro i settecentomila al­l’anno di Santoro, l’anticapitalista.

Santoro non fece in tempo a rispon­dere «mille euro per te mi sembrano già tanti» che intervenne Concita De Gregorio, sdoganatrice dello smalto rosso e dei tacchi alti, per rimprove­rare a Paragone di non fare ascolto, e quindi che se ne stesse zitto, questo pezzente non consustanziale.

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