Un tuffo nel Naviglio, pronti al Cimento

Un tuffo nel Naviglio, pronti al Cimento

La prima volta fu 118 anni fa nel 1895 quando un pugno di audaci si tuffò nel canale proprio nei tre giorni della Merla. E anche quest'anno il Club Canottieri Olona ripropone ai milanesi questo storico «Cimento» che fa rima ardimento e cioè il tuffo invernale (e un po' infernale) nelle acque del Naviglio Grande. Una sfida, un gesto di coraggio, una piccola pazzia o forse solo l'occasione per tuffarsi davanti alla Chiesa di San Cristoforo, una tra le più amate dai milanesi, ricordando ciò che succedeva nel secolo scorso. E non a caso c'è chi oltre alla muta si veste e si traveste ricordando gli eroi di un tempo che fu. L'appuntamento è domenica 27 Gennaio dalle 11 del mattino per un'edizione che quest'anno vede impegnati 10 atleti per la classica sfida tra la Canottieri Olona e la vicina Canottieri Milano che servirà a mettere nelle bacheche di uno dei due club che hanno fatto (e fanno) la storia di questa città l'ennesimo Trofeo di ghiaccio. Ma non ci saranno solo loro a sfidare le acque gelide e il freddo. Subito dopo infatti toccherà ad un nutrito gruppo di 120 amatori cimentarsi nell'impresa.
Ma come per le ultime due edizioni una particolare attenzione sarà dedicata agli atleti disabili del CIP Lombardia che, sotto l'attenta guida dei loro istruttori, si tufferanno nel Naviglio per il Paracimento». Un momento di sport ma con un significato che va un po' oltre il gesto sportivo e servirà a ricordare ai tanti milanesi che saranno sulle sponde ad applaudire quanto per una città evoluta sia fondamentale l'abbattimento delle barriere. Durante la manifestazione, l'assistenza sarà garantita, in acqua e sulle sponde, dalla presenza di personale specializzato, Gruppo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco e della Polizia Municipale per un totale di quasi 30 persone. L'associazione Medici in Pista di Monza presenzierà con il proprio personale medico e infermieristico con ben 3 ambulanze, una tenda attrezzata e una unità mobile di rianimazione. Perchè tuffarsi? Ognuno ha un suo buon motivo ma molto bene lo spiegava l'anno scorso Marco, un atleta disabile colpito da paraparesi spastica, infreddolito ma soddisfatto dopo il tuffo in acqua: «Voglio dimostrare che tutto è possibile! È una prova contro se stessi, come tutte le sfide vale la pena di essere affrontata e vinta.

Ogni anno è come la prima volta, più mi avvicino al giorno più aumenta l'emozione di affrontare il freddo e il pubblico che numeroso assiste alle nostre performance. Ogni volta il gruppo dei disabili si è arricchisce di nuovi amici che amano le sfide e non si fermano davanti al primo ostacolo”.

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