di Claudio Borghi
Il filosofo Seneca notava che gli uomini non sono consapevoli di quanto il tempo sia prezioso: sono gelosissimi di tutto il resto ma il tempo viene regalato a destra e manca senza tener conto del suo valore. Da allora non sembra che le cose siano cambiate più di tanto: ogni volta che si mette in cantiere unopera pubblica che consentirà a molte persone di risparmiare tempo ci si ferma davanti alla voce dei costi senza considerare i benefici. E il caso del progettato tunnel di collegamento tra lautostrada dei laghi, la zona del futuro Expo e Linate, fortemente voluto dal sindaco Moratti, che ieri ha detto: «Tutto quello che toglie traffico in superficie penso che possa essere visto come un progetto utile e importante». Comè ovvio le polemiche che accompagneranno unopera destinata a rivoluzionare la mobilità milanese, per di più con un tracciato destinato ad attraversare da parte a parte larea più popolosa della città, dureranno a lungo e già nella fase preliminare gli strali si stanno concentrando sul costo (si stimano due miliardi e mezzo, se pur interamente finanziati da privati) e sul fatto che il tunnel potrebbe costituire un incentivo alluso dellauto. Senza farci trascinare dalle emozioni cominciamo a fare due conti sui costi. Secondo le stime della società costruttrice, il costo del pedaggio per percorrere lintero tunnel dovrebbe attestarsi attorno ai settanta centesimi al chilometro, che significa una spesa di circa dieci euro per chi volesse percorrerlo tutto, ritrovandosi magicamente «teletrasportato» da Linate allimbocco delle autostrade di Arese. Sarebbe «vincere facile» contare il risparmio in termini di carburante rappresentato da questa opzione rispetto allestenuante incolonnamento a motore acceso che attende chi decida di avventurarsi in tangenziale nellora di punta, pertanto dedichiamoci piuttosto ad un calcolo più sfuggente, quello del valore del tempo. Prendiamo ad esempio il reddito dichiarato medio dei milanesi (che peraltro sappiamo per vari motivi essere largamente inferiore al vero) pari a 28 mila euro pro capite: sulla base di 250 giorni lavorativi di 8 ore possiamo stimare (largamente per difetto) in 14 euro il valore medio di unora di lavoro per un milanese, mettendo nella stima dal manager al fattorino. Dato che, nelle ore di massima concentrazione di traffico, è capitato a tutti di passare ben più di unora a passo duomo per percorrere il mezzo anello delle tangenziali, si può ben capire che, anche a fronte di un oneroso pedaggio di dieci euro, un risparmio in termini di valore-tempo di soli 4 euro moltiplicato per i 50mila veicoli stimati al giorno nel nuovo tunnel, con una media di due occupanti per auto, produce un saldo positivo di ben 400mila euro al giorno ripetibili per sempre. Ovviamente a questa cifra andrebbe sommato lo snellimento del traffico su tutte le altre direttrici che, decongestionate, diventerebbero più scorrevoli ripercuotendo il risparmio di tempo su di un numero assai maggiore di veicoli coinvolti. Non va poi dimenticato che le tangenziali milanesi esigono di solito un altro prezzo assai pesante, vale a dire gli incidenti causati dalleccesso di traffico che ne fanno una tra le strade più pericolose dItalia: secondo i dati Aci il triste primato tra le strade lombarde spetta appunto alla tangenziale Nord con 9,3 incidenti allanno per km, seguita da vicino dalle altre tangenziali con statistiche solo di poco inferiori. Non ultimo va considerato il fattore inquinamento, dato che il tratto sotterraneo sarebbe ovviamente ad emissioni zero dato che laria verrebbe completamente filtrata e depurata.
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