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Un tunnel sotto il mare unirà Russia e Stati Uniti

Il progetto faraonico del governo di Mosca: un tubo di 85 chilometri tra Alaska e Siberia. Così cinque continenti si «incontreranno» via terra

A oltre un secolo dal primo progetto, potrebbe diventare realtà il tunnel più lungo del mondo, sotto lo stretto di Bering, un centinaio di chilometri di strade, ferrovie e oleodotti tra l'estremo oriente russo e l'Alaska che unirebbero due continenti. L'idea era piaciuta già allo Zar Nicola II, l'ultimo imperatore russo, che aveva approvato il progetto di un ingegnere francese nel 1905, 38 anni dopo che suo nonno aveva venduto l'Alaska all'America per 7,2 milioni di dollari.
Ma la prima guerra mondiale aveva interrotto l'iter del ciclopico piano, rimasto così una chimera fino al rinnovato interesse di Walter Jooseph Hickel, due volte governatore dell'Alaska, dal 1966 al 1969 e dal 1990 al 1994. Si deve tuttavia alla Russia il merito di aver rispolverato e aggiornato il progetto che, annuncia oggi il quotidiano economico Vedemosti, verrà illustrato martedì prossimo in una conferenza sui maxi progetti della Russia orientale, promossa dai ministeri dello sviluppo economico e dei trasporti, nonchè dall'Accademia delle scienze. Un evento durante il quale verrà lanciato un appello alle autorità dei Paesi interessati perché sostengano il nuovo asse di trasporto, già battezzato Tkm-world Link.
Il tunnel, come ricostruisce anche l'agenzia Bloomberg, è solo una parte, la più affascinante, di un piano di investimenti di 65 miliardi di dollari per fornire al Nord America petrolio, gas ed elettricità dalla Siberia e dall'estremo Oriente russo, sviluppando così le infrastrutture e valorizzando i giacimenti di materie prime di queste remote regioni della Russia. Per il solo tunnel, che sarà lungo più di due volte quello che attraversa la Manica, è prevista una spesa di 10-12 miliardi di dollari, da ammortizzare in una ventina d'anni. Il tempo di realizzazione si aggira sui 10-15 anni, secondo Viktor Razbegin, vicecapo del dipartimento ricerche industriali del ministero dello sviluppo economico. Tre le sezioni previste: una per la rete ferroviaria, una per quella autostradale e una per un oleodotto.
Il tunnel avrà anche una cablatura di fibre ottiche e un sistema di linee elettriche per il trasporto dell'energia, con un risparmio per il Nord America e per l'estremo oriente russo di 20 miliardi di dollari l'anno, come ha sottolineato Vasili Zubakin, vicecapo esecutivo di una grossa centrale idroelettrica e potenziale investitore. Il tunnel, inoltre, consentirà di realizzare una ferrovia transcontinentale, con ben 6000 km nel solo territorio russo. In questo modo, ha spiegato Razbegin, è previsto un traffico merci di cento tonnellate annue per un valore di 300-350 miliardi di dollari, paragonabile a quello dei canali di Panama e Suez. «Sarà un progetto imprenditoriale, non politico», ha assicurato Maxim Bistrov, vicecapo dell'agenzia russa per le zone economiche speciali. Il problema sono i fondi. I promotori del progetto pensano ad una partnership pubblico-privata, con i governi russo e Usa che potrebbero finanziare il 25% del piano, e investitori privati e agenzie finanziarie internazionali come altri azionisti.
«I governi potrebbero fungere anche da garanti per i soldi privati», ha ipotizzato Razbegin. Del pool di investitori, secondo Bloomberg, farebbero parte le ferrovie russe, Rao Ues (la società elettrica statale) e la società petrolifera Rosneft.

Giappone, Cina e Corea, invece, avrebbero già espresso interesse per il progetto, e compagnie giapponesi avrebbero proposto di scavare il tunnel per 60 milioni di dollari a chilometro, la metà del prezzo previsto nel piano, ha riferito Razbegin.

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