Il turbante del campione sikh diventa un caso diplomatico

Va bene la sicurezza, ma ogni tanto le regole si scontrano con tradizioni centenarie. Stavolta è capitato a Malpensa, dove i controlli serrati hanno creato una nuova polemica con gli indiani sikh. L’allenatore di golf Amritinder Singh, giunto nello scalo italiano con il campione indiano Jeev Milkha Singh, è stato «costretto dagli agenti italiani a rimuovere il proprio turbante e a metterlo nel vassoio per sottoporlo allo screening di routine». E se per noi il gesto di levarsi il copricapo è una fatto poco rilevante, la notizia in India ha destato scandalo. Tanto che il quotidiano The Times of India ha dedicato la prima pagina alla vicenda. Il fatto risale a dicembre ma è stato reso noto solo ora. Per gli appartenenti alla religione sikh, di cui fa parte lo stesso primo ministro indiano Manmohan Singh, il tradizionale copricapo è un simbolo religioso obbligatorio e la rimozione implica un lungo rituale. E tra l’altro ci vuole un bel po’ per srotolare otto metri di stoffa intrecciati ai capelli e il lavoro è ancora più complicato per riavvolgere il turbante.
«Per me è stata una vera e propria umiliazione, è come se mi fossi denudato davanti a centinaia di persone» ha ammesso l’allenatore Singh, che ha accusato le autorità dell’aeroporto milanese di «vessazioni» non giustificate dalle norme di sicurezza. I due sportivi erano diretti a Roma per un torneo europeo di golf. Il giornale riferisce che secondo la prassi in vigore nell’Unione Europea, i sikh non sono obbligati a levarsi il copricapo, ma devono soltanto sottoporlo a un controllo manuale con il metal detector durante la perquisizione. Deciso a far valere i propri diritti, l’allenatore ha presentato una protesta al console generale dell’India a Milano, Sanjay Verma, il quale si è rivolto alle autorità aeroportuali.
«Per i passeggeri di religione Sikh - precisa lo staff di Malpensa - nei nostri aeroporti è previsto un controllo in un locale a parte, munito di specchio, ove viene chiesto cortesemente al passeggero di consegnare il turbante, che viene controllato e riconsegnato. Il tutto viene effettuato celermente e nel massimo rispetto dell’origine religiosa di questo copricapo». Il controllo del turbante in tutti gli aeroporti italiani è obbligatorio.

Anche all’aeroporto di Bruxelles si pretende che i Sikh tolgano i capricapo dopo essere passati attraverso gli scanner corporei. In quasi tutti gli altri aeroporti per i controlli si utilizza un semplice scanner manuale.

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