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«Turchi pronti a entrare in Irak contro i curdi»

Turchia. La pazienza di Ankara è finita e la Turchia è pronta a fare ciò che serve per porre fine alla minaccia costituita dai gruppi ribelli curdi in Irak. Il presidente turco, Abdullah Gul, non ha usato mezzi termini annunciando ieri quello che suona come un via libera alle Forze armate per colpire le basi dei guerriglieri filocomunisti del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) nel Kurdistan iracheno. La settimana scorsa il Parlamento turco aveva dato luce verde a un attacco militare, ma il governo di Tayyip Erdogan sta attendendo prima di ordinare un’offensiva in grande stile. «Siamo assolutamente determinati a fare quello che sarà necessario a porre fine a questa minaccia. Anche se rispetteremo l’integrità territoriale dell’Irak - ha detto Gul - non tollereremo che il suolo iracheno venga utilizzato come base per attività terroristiche».
Continuano intanto raid delle truppe turche contro i santuari dei curdi nella Turchia sud-orientale. Ankara ha comunicato ieri che in una nuova incursione contro militanti del Pkk trenta ribelli sono stati uccisi. Sempre ieri si è appreso che gli otto soldati turchi catturati domenica ad Hakkari dal Pkk si trovano ancora in Turchia. Lo ha annunciato lo stesso Pkk tramite la Firat, la sua agenzia di stampa in Francia.

In precedenza fonti americane avevano annunciato che era in corso un’operazione congiunta turco-americano-irachena per la liberazione degli otto soldati turchi.

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