Roma - Senatore Turigliatto, lo sa che lei è indicato da tutti come «il killer» che nel 2008 metterà fine al governo Prodi?
«Ehhh...».
Ride o si dispera?
«Non mi sorprendo: me ne hanno dette di tutti i colori. Resta la sostanza politica: io da quest’anno sono un senatore di opposizione a Prodi. Di sinistra, ma di opposizione».
Ma è davvero pronto a passare alla storia come quello che ha affondato il centrosinistra?
«Io la metto così: il primo nemico di questo governo è lo stesso governo. Se si parte da qui, Turigliatto è quasi irrilevante».
Ma lei che cosa voleva?
«Sarebbe bastato applicare parte del programma, sulle tre cose più importanti che avevano accesso aspettative in campagna elettorale».
Ovvero?
«Gli interventi contro la precarietà, poi una politica di pace. E infine un principio di risarcimento sociale».
E invece?
«Per cominciare si è fatto un protocollo sul Welfare che di fatto ratifica la Maroni e la legge 30, due leggi del centrodestra! Ma non eravamo andati al governo per cancellarle?».
Però c’è stato il ritiro dall’Irak...
«Sì? Le forze tolte da lì sono in Afghanistan: la spesa militare aumenta!».
Le resta il risarcimento sociale.
«Abbiamo dato miliardi alle aziende. E la restituzione del fiscal drag e la tassazione delle rendite non sono state realizzate...».
Insomma, lei non si sente un «carnefice» di questa maggioranza?
«È il contrario. Aver rincorso malamente le idee della destra è quello che ha rafforzato la destra».
Si pente del suo malpancismo?
«Io il maldipancia non ce l’ho più!».
Davvero?
«Ho sofferto molto, all’inizio, perché vedevo che le cose non riuscivano a cambiare».
E adesso?
«Ho capito che dentro era impossibile cambiare. E adesso, con la Sinistra critica, sto provando una nuova strada».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.