Venezia - Il suo business, si sa, sono i turisti. Da sfruttare, ovviamente, in ogni modo possibile. Così, dopo aver cacciato i barboni dal centro per rendersi ancora più bella, Venezia si appresta a chiedere ai visitatori il conto del proprio splendore. Con un balzello ad hoc: si chiamerà city tax, versione aggiornata, e dal nome esterofilo, della vecchia tassa di soggiorno. Quella, per intenderci, che il governo Prodi tentò di reintrodurre nella Finanziaria del 2007, salvo poi far marcia indietro di fronte alle proteste dell’intero comparto turistico, timoroso che il ticket potesse far fuggire i turisti.
Adesso Cacciari ci riprova: due giorni fa il sindaco veneziano ha annunciato di aver chiesto al governo la possibilità di introdurre la nuova tassa, a carico dei turisti che passano la notte in città e dei passeggeri delle tante navi da crociera che solcano i canali della Serenissima. Il prezzo in realtà non è salato: un euro per ogni «crocierista» e per pernottamento. «Qualcosa di assolutamente insignificante. Se mi sarà data l'autorizzazione, lo farò subito», ha sottolineato il sindaco, che già un paio di mesi fa aveva avanzato una proposta analoga in occasione del confronto tra l’Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani) e il governo, in vista dell’abolizione dell’Ici. Perché l’obolo, per quanto modesto, garantirebbe entrate a sei zeri nelle casse veneziane.
I numeri parlano chiaro: si stima che con navi da crociera e traghetti quest’anno arriveranno in città un milione e 250mila persone, portando un indotto economico di circa 100 euro a passeggero. Un business in continua espansione: nel 2009 i passeggeri sfioreranno il milione e mezzo. Senza parlare di alberghi, campeggi e bed and breakfast: sono oltre 9milioni e mezzo i pernottamenti in un anno.
La city tax consentirebbe di trasformare queste cifre in altrettanti euro. Un’autentica boccata d’ossigeno per il Comune, in un momento in cui il trasferimento dei fondi nazionali per la salvaguardia della città viene in gran parte assorbito dalla realizzazione del Mose, il sistema di paratoie pensato per tutelare la città dall’alta marea. Mentre, contemporaneamente, crescono i costi di gestione e manutenzione della città grazie al costante aumento dei flussi turistici: in media, ogni anno, Venezia deve far i conti con oltre 18 milioni di visitatori, tra cui 3 milioni e 300mila stranieri che spesso trascorrono più giorni in città.
L’ipotesi del ticket, però, fa già discutere. Se, infatti, si dice favorevole la Ms, una delle principali società crocieristiche presenti in Laguna, fortemente polemica è l’Associazione albergatori veneziani (Ava). «È una tassa stupida - commenta il direttore Claudio Scarpa -. Bisognerebbe far pagare di più i turisti pendolari, che rappresentano il 70% del totale, ma producono solo il 30% del fatturato».
Non solo. Secondo Scarpa, Cacciari dovrebbe allearsi con i «colleghi» di capitali dell'arte come Firenze e Roma, per ottenere una compartecipazione sull'Iva cittadina. «Su questa battaglia saremmo pronti a sostenerlo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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