(...) Invece, la Bellezza.
Invece, una lettera che va dritta alla Bellezza come quella di Sergio Maifredi. Una lettera che ha scatenato lentusiasmo di tanti nostri lettori: in questa pagina potete leggere quello di Brunella Maietta, quello di Marco Marchionni che si è detto disponibile anche a regalargli un programma elettorale di spessore o quello di Luciano Ardoino, il maggior esperto di turismo in città, uno che - tanto per dire - ha scritto personalmente la legge sul turismo delle isole Fiji. Oppure, le telefonate come quella di Gibì De Paoli, nostro carissimo amico e lettore, che ha ritrovato lentusiasmo perso dopo aver seguito le beghe politiche dei politici liguri proprio imbattendosi nella lettera di Maifredi al sindaco che non cè. Per la cronaca, il dottor De Paoli ha superato da un po i settantanni e forse anche gli ottanta e forse anche qualcosina in più - ho perso il conto dei suoi compleanni - ma ha lentusiasmo di un ragazzino, che si riverbera anche nelle sue conquiste fra le belle signore. O, lapprezzamento, anche stilistico, di un lettore-esteta come Alberto Clavarino.
Ora - ammesso che qualcuno del Pdl abbia letto la lettera - so perfettamente che il Pdl sta lavorando alla ricerca di un buon candidato e, probabilmente, lunedì ci sarà la fumata bianca nel corso del coordinamento. Gigi Grillo ha la cortesia di informarci quotidianamente degli sviluppi delle trattative e vi trasmetto il suo ottimismo, con la ritrovata cattiveria politica in nome della vittoria alle comunali.
Ma, se alla fine il candidato non dovesse arrivare o non fosse del tutto convincente, io vi invito a leggere, rileggere e ri-rileggere la lettera di Maifredi. E vi dico che è tutto scritto lì: lentusiasmo, la campagna elettorale, gli slogan, lamore per la propria città, la rabbia e la furia agonistica per vincere e per non essere una triste controfigura di altri. Insomma, in quella lettera al sindaco che verrà, se la si vuole leggere bene, cè anche il sindaco che verrà.
E Maifredi ne avrebbe tutte le caratteristiche: non solo come regista teatrale o come consigliere di amministrazione del Carlo Felice. E nemmeno per i (tanti) tagliandini ricevuti dai nostri lettori allepoca del gioco del Giornale, che lo ponevano alle spalle di caterpillar del consenso come Pierluigi Vinai, Matteo Rosso, Enrico Musso e Roberto Cassinelli.
Ma, al di là delle cose (bellissime) che dice è la stessa attività di Maifredi a testimoniare che sarebbe un ottimo sindaco. Uomo di parte, tanto da candidarsi nelle liste di Forza Italia sfidando lostracismo del mondo dei teatranti, notoriamente di sinistra. Ma anche uomo riconosciuto valido nel suo lavoro al di sopra delle parti, tanto da firmare una sacrosanta solidarietà al teatro dellArchivolto di due grandi personalità come Giorgio Gallione e Pina Rando; da lavorare a Barletta con una giunta di centrosinistra, dopo un bando; da essere più volte in cartellone del Teatro Stabile guidato da un uomo di sinistra come Carlo Repetti, che però sa fare teatro come pochi, nonostante abbia polemizzato con Sergio; da essere parte dei progetti della Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale guidata da Luca Borzani, che è uomo di sinistra, ma non della sinistra e sa valutare il valore delle cose belle; da organizzare un ciclo come quello sullodio nel cortile di Palazzo Tursi, con ospiti come Ascanio Celestini, ma anche come Marcello Veneziani e addirittura come me, in casa del Comune.
Insomma, Maifredi, uomo di parte che ha avuto il coraggio di sfidare la parte egemone nel suo lavoro, sa essere super partes. In nome della Bellezza.
Per me, ce ne sarebbe a sufficienza per candidarlo a sindaco.
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