Tursi promette il Piano regolatore sociale

Il sindaco Pericu promette migliore qualità della vita, ma il rischio è quello di un altro «libro dei sogni»

Tursi promette il Piano regolatore sociale

Vuole essere, innanzi tutto, un modo nuovo di intendere (e di regolare) i rapporti fra i cittadini e il «loro» Comune, «ma anche - spiega l’assessore alla Città solidale, Paolo Veardo - un modo adeguato ad affrontare i tanti problemi sociali che si presentano, ogni giorno, agli amministratori e alla gente. Noi vorremmo riuscire a risolverli, questi problemi, col contributo di idee, di proposte e di condivisione dei genovesi». Nasce da qui la voglia di quel «Piano regolatore sociale» che l’amministrazione di Tursi ha presentato ieri alla cittadinanza nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale: ne ha tracciato le linee direttrici fondamentali il sindaco Giuseppe Pericu, secondo cui «la civica amministrazione intende adottare il nuovo strumento per meglio coordinare azioni, risorse, servizi, per una più efficace promozione delle politiche sociali della città, allo scopo di migliorare le condizioni di vita di chi abita e lavora a Genova».
Detto così, oltre che encomiabile, sembra abbastanza semplice. «In realtà - frena Veardo, che ha ricevuto dal sindaco l’investitura e la responsabilità di occuparsi in prima persona della questione - l’impegno è di quelli che ti raccomando! Prima di tutto - mette le mani avanti l’assessore, ingegnere esperto di energia e di petrolio, cinque figli - è indispensabile conoscere le esigenze sentite come prioritarie e reali dai cittadini e i diritti non riconosciuti. Per questo abbiamo organizzato il forum del Ducale: per ascoltare la gente su questi temi, come prima tappa di un percorso che ci porterà alla definizione del vero e proprio Piano regolatore sociale». E a chi gli chiede perché l’hanno voluto chiamare così - parafrasando il piano regolatore di stampo urbanistico -, Veardo replica subito: «Perché somiglia, in fondo, allo strumento di pianificazione generale della città, per quanto vuole pianificare e regolare le attività sociali». Prospettive che sono emerse chiaramente (anche in tutta la loro difficoltà di realizzazione, è ovvio) nel corso dell’incontro di ieri con la città: casa, lavoro e qualità della vita sono intanto le principali esigenze emerse nel salone del Ducale. Al momento di confronto voluto dal Comune di Genova hanno collaborato la Provincia, il mondo dell'associazionismo e alcuni esponenti del mondo della cultura e del terzo settore, dal presidente del Teatro Stabile Carlo Repetti a don Antonio Balletto. I quali, in diversi momenti di dibattito, hanno sottolineato la varietà degli aspetti che si possono inquadrare in un piano regolatore sociale: la vivibilità, innanzi tutto, che significa adeguati parametri di ambiente, sicurezza, mobilità, accessibilità, ma anche lo sport, il tempo libero, il territorio, le infrastrutture, le pari opportunità. Ci «stanno» anche, con assoluta proprietà, la cultura, i saperi, l’educazione, le risorse per una nuova relazione tra generazioni, e ancora: la centralità del lavoro, le formazione, la comunicazione e le relazioni internazionali, gli immigrati, gli emarginati, i diversamente abili, con tutta l’ampia gamma dei servizi sociali correlati.
Veardo, in particolare, assieme ai colleghi assessori comunali Giovanni Facco e Alberto Ghio, e all’assessore provinciale Angelo Torti ha introdotto il tema delle «persone a Genova, città solidale», con le loro esigenze di welfare municipale, sanità, assistenza, integrazione e dialogo, nuovi bisogni e nuove risorse. E soprattutto: casa. Quello, infatti, che risalta dagli interventi, dalle lettere, dai messaggi, e dai questionari compilati dai partecipanti al forum è la richiesta di una politica della casa che renda più accessibile il costo degli affitti. «E allora perché - aggiunge Veardo - non pensare anche a un grande patto con la Regione, lo Stato, per il recupero di edifici pubblici?. Ragioniamoci insieme». In sequenza, l’accento è messo su una maggiore offerta occupazionale, ma anche di una città più vivibile e pulita. Se, inoltre, per gli anziani diventa sempre più difficile far quadrare il bilancio, soprattutto a causa delle spese mediche, i giovani dal canto loro chiedono una città più accogliente e aperta. «A uno stato sociale in fase di progressivo ridimensionamento Genova intende rispondere con un welfare cittadino in grado di attingere dalla città risorse, energie e competenze per affrontare le sfide del futuro» insiste Pericu. E promette: dopo il forum di ieri, il Comune ha intenzione di proseguire il confronto nelle singole circoscrizioni. «L'obiettivo è dare forma al piano regolatore sociale vero e proprio, che sarà discusso nella conferenza strategica dell'autunno - conclude il sindaco -.

Il documento si dividerà in tre parti: una che individua le esigenze della città, una che propone le soluzioni operative e una terza che sancisce la nascita di un comitato per l' attuazione del piano stesso». Perché, sia chiaro, non deve restare solo un libro dei sogni.

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