Riccardo Re
Dopo le politiche (con tutti gli strascichi ancora pendenti) si volta pagina, ma i genovesi pensano alle nuove elezioni comunali della prossima primavera. A un anno dal voto, già ci si prepara a una nuova rivoluzione, non solo del sistema elettorale ma anche degli assetti istituzionali locali. Significative saranno le conseguenze nellamministrazione dei cittadini. Il Comune promette: torneranno i «municipi», e con loro prenderà corpo un significativo processo di decentramento. Una sorta di «federalismo di quartiere». Tutto rientra allinterno di quella logica federativa disciplinata già dai tempi della riforma Bassanini e riformata dal centrodestra nella nostra Costituzione e del tanto evocato, ma sempre poco attuato principio di sussidiarietà. La riforma intende preparare gli assetti istituzionali locali per lavvento delle «città metropolitane» fino a oggi presenti praticamente solo a livello accademico a causa delle innumerevoli lentezze legislative e decisionali di Comuni. Finalmente, se tale riforma verrà attuata, le circoscrizioni potranno avere più poteri trasformandosi in municipi con poteri decisionali e non solo consultivi. Come spiega lassessore allo Sviluppo economico e decentramento, Mario Margini, «si porrà fine alla sovrapposizione di competenze a livello territoriale e a lunghi iter burocratici». Ovviamente a disciplinare il tutto ci dovrebbero essere dei decreti attuativi su cui però non si è ancora deciso nulla. Molti sono i punti oscuri come per esempio il numero degli assessori comunali che rimarrà a discrezione del futuro sindaco. Gli assessori del municipio saranno invece tre: due più il presidente, mentre il numero dei consiglieri si ridurrà da 30 a 20 unità. Lelezione del presidente avverrà con un sistema che rapportandolo a quello di una forma di governo ricorda il «semipresidenzialismo alla francese». I consiglieri nomineranno in maniera obbligatoria il presidente che sarà il numero uno della lista o del raggruppamento di liste che avranno conseguito il maggior numero dei voti. Su questo punto il consigliere comunale di An, Aldo Praticò, membro della commissione «Decentramento e municipalità» , dichiara che si deve ancora far chiarezza. Chiarezza che invece cè per le eventuali primarie del candidato sindaco del centrodestra proposte dallex governatore Sandro Biasotti e che vedono in Praticò uno dei più accesi sostenitori. Totale disappunto invece, a giudizio dellesponente di An, per quanto riguarda la proposta di estendere il voto amministrativo anche agli immigrati, nella versione-centrosinistra. Le elezioni dei consiglieri dei municipi avverrà con sistema proporzionale e premio di maggioranza a suffragio universale. Ma la particolarità sta nel fatto che Margini auspica che il nuovo parlamento legiferi in materia di voto amministrativo, concedendo questo diritto anche agli immigrati.
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