Tursi vende casa alla Provincia

Il Comune, si sa, deve far cassa, afflitto com’è da gravi problemi di bilancio, soprattutto per coprire di volta in volta la voragine del trasporto pubblico locale. E allora è costretto a vendere i cosiddetti gioielli di famiglia: l’esempio più recente - la pratica va oggi in consiglio - è costituito dall’immobile già sede dell’istituto alberghiero Marco Polo, in Albaro. L’amministrazione comunale ne ricaverà 3 milioni e 100mila euro, sei miliardi delle vecchie lire. Un po’ poco, sostiene il consigliere di An Giuseppe Murolo che solleva parecchie critiche all’intera operazione: «Innanzi tutto - sottolinea Murolo - non vedo perché, vista la necessità impellente di fondi, il Comune non abbia fatto ricorso a un’asta pubblica che ragionevolmente avrebbe fatto lievitare l’incasso». Non basta: non convince il consigliere di Alleanza nazionale neanche l’affidamento della perizia sul valore dell’immobile alla società Giacomazzi: «È costata 16mila euro, ma invece di affidarla all’esterno, si poteva fare ugualmente bene tramite gli uffici interni di Tursi».

Che dire, inoltre, del fatto che l’obiettivo finale di questo tipo di provvedimenti sembra quello di ricavare soldi, magari «pochi, maledetti e subito», piuttosto che corrispondere a motivate esigenze di dotare altre amministrazioni pubbliche di idonee infrastrutture? A Murolo resta, infine, il fortissimo timore relativo alla reale convenienza complessiva delle alienazioni di immobili o comunque di «pezzi» pregiati del patrimonio pubblico: «Mi chiedo - conclude amaramente - fino a quando ci saranno risorse per coprire il buco Amt, ormai sempre più profondo anno dopo anno. Un bel giorno non ci saranno più palazzi o ville da vendere. E allora, di quanto aumenterà il biglietto dell’autobus?».

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