da Mosca
Funerali del genere, la Russia non ne vedeva dalle esequie di Alessandro III nel 1894: per lestremo saluto a Boris Eltsin, lex presidente russo che affossò lUnione sovietica, il protocollo del Cremlino ha dovuto rispolverare i vecchi tomi, in mancanza di precedenti adeguati.
A rendere unico levento è stato, più che la coreografia o leccellenza degli invitati donore, limponente omaggio dei moscoviti. Almeno in 30.000 hanno fatto la fila per ore, anche nella notte, per deporre fiori accanto al feretro esposto nella cattedrale del Cristo Salvatore. Laddio a Eltsin si è trasformato in unoccasione di conta della società civile e democratica del Paese, una sorta di contrapposizione fra un eroe della libertà, come i più hanno definito il defunto, e l'attuale inquilino del Cremlino, lautoritario Vladimir Putin.
Il feretro di Eltsin, al centro della grande cattedrale, era vegliato dalla vedova Naina e dai familiari, cui si sono poi aggiunti i presidenti delle due Camere del Parlamento, Serghei Mironov e Boris Grizlov, e i due vicepremier indicati come i delfini di Putin, Dmitri Medvedev e Serghei Ivanov. Putin è arrivato con la moglie Ludmila solo in seguito, per lultima messa solenne, durata quasi due ore. Fra gli ospiti stranieri, ben due ex presidenti americani: George Bush padre e un Bill Clinton, visibilmente commosso, che ha a lungo abbracciato laffranta Naina.
Cerano molti protagonisti degli anni che cambiarono gli equilibri mondiali, dallex presidente polacco Lech Walesa, allex cancelliere tedesco Helmut Khol, allex premier britannico John Major, allex presidente del consiglio italiano Giulio Andreotti. Presente anche lex grande rivale, lultimo presidente sovietico Mikhail Gorbaciov che proprio lo zar Boris aveva costretto alle dimissioni.
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