Oggetti di legno dall’uso incomprensibile, sali da bagno dall’aroma improbabile, peluches: alzi la mano chi non ha mai ricevuto nella vita un regalo di Natale che non voleva e che si è rivelato inutile. Quest’anno però la crisi che spinge tutti alla sobrietà potrebbe anche portare un risvolto positivo: regali più utili sotto l’albero.
Questo infatti il dato che emerge dal week-end di Sant’Ambrogio, nel quale lo shopping natalizio ha preso ufficialmente il via, con centinaia di migliaia di persone che hanno preso allegramente d’assalto il centro nella giornata di ieri: secondo Atm, la linea 1 che tocca fra le altre le fermate porte Venezia, San Babila, Duomo e Cordusio ha registrato l’affluenza record di 40mila persone fra le 15 e le 18 di ieri.
Fra bancarelle degli Oh Bej Oh Bej e negozi, i milanesi stanno sempre più approfittando del dono natalizio per regalare e farsi regalare oggetti effettivamente desiderati.
Via libera allora a scarpe e abbigliamento sportivo, libri, elettrodomestici, dvd e cd. E la tecnologia continua ad attirare gli acquisti: dai computer agli elementi per l’«home cinema».
D’altro canto, però, i negozianti continuano a registrare un calo dei consumi: «Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso le vendite sono diminuite del 15 per cento - spiega Giorgio Montingelli dell’Unione del Commercio di Milano -. Si tratta di dati in linea con quelli riscontrati durante tutta la stagione scorsa».
Intanto, l’«Artigiano in Fiera» si avvia alla conclusione oggi con un record di affluenza - 50mila persone nella sola giornata di ieri - e di vendite, cresciute addirittura del 50 per cento rispetto all’anno scorso. Migliaia infatti le persone che hanno raggiunto nel week end il polo fieristico di Rho Fiera, dove la manifestazione si è spostata quest’anno. «Nonostante il clima pessimista le vendite sono cresciute e gli espositori aumentati - commenta Antonio Intiglietta, presidente di Gestione Fiere, società che organizza l’«Artigiano» -. Bisogna continuare a far crescere il mercato interno agevolando i consumi».
Oltre 2700 gli espositori da 106 Paesi del mondo, in aumento anche questi rispetto all’anno scorso.
Una concorrenza che però non piace ai negozianti milanesi: «Certo, l’Artigiano ha un successo innegabile, ma che non ha alcuna ricaduta positiva sugli affari dei commercianti - obietta Montingelli -. Anzi, i soldi spesi all’interno della Fiera soprattutto da milanesi finiscono nelle tasche di chi viene de altre regioni per non dire dall’altro capo del mondo. Un fatto che penalizza pesantemente i commercianti di Milano, a maggior ragione da quando l’Artigiano in Fiera si è spostato a Rho».
«Il lamento fine a sé stesso è l’atteggiamento peggiore da tenere di fronte alla crisi - risponde Intiglietta -. È dettato da chi ha una pretesa di automatismo nel mercato. Bisogna piuttosto sapersi rinnovare, quando le condizioni cambiano».
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