Dicono che Hiromitsu sia luomo più fortunato del mondo. Nelle foto si è visto lui, unomino di sessantanni, che galleggiava su una zattera di fortuna. Venerdì è stato risucchiato in mare dallo tsunami, una forza mostruosa lo ha sbattuto lontano quindici chilometri da casa sua, da Fukushima, dove londa è stata più violenta. Poi il miracolo: vicinissimo a lui è spuntato il tetto di quella che era stata la casa sua. Ha galleggiato per due giorni, senza morire di freddo, senza lasciarsi sconfortare dalla distruzione e dalla morte che aveva intorno, ha continuato fiducioso a sventolare un fazzoletto per attirare lattenzione. Ieri finalmente, la marina giapponese è riuscita a recuperarlo. Infreddolito e stremato ha guardato negli occhi uno dei soccorritori e piangendo ha detto: «Pensavo che oggi sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita». La moglie di Hiromitsu invece è stata travolta dalla furia dellonda anomala. Il Giappone conta i morti e il calcolo si allunga di continuo, i morti ufficiali sono oltre 3mila. «Diecimila morti nella sola prefettura di Miyagi, non ho alcun dubbio», ha detto Naoto Takeuchi, capo della polizia della prefettura di Miyagi. Mancano cibo, acqua e carburante e lunghe code di persone si sono formate davanti ai pochi negozi aperti. Migliaia di sfollati hanno trascorso unaltra notte al freddo, in rifugi di fortuna, sulla costa nord-orientale. «Ho visto morire una signora anziana mentre si trascinava in ospedale, racconta un volontario della Croce Rossa. I soccorsi restano difficilissimi, in alcune zone le strade sono state letteralmente spazzate via. Si contano i danni economici, le perdite delle compagnie assicurative stimano danni per 35 miliardi di dollari. Spero che mia madre e mio padre siano ancora vivi», dice Yuta Toba, un giovane giapponese, che si trovava a Tokyo venerdì. Kesennuma, la sua città è semisommersa dallo tsunami. Il Giappone in ginocchio cerca di risollevarsi. Il primo ministro giapponese Naoto Kan torna a parlare in televisione, giacca azzurra da lavoro, non cè posto per giacca e cravatta. Ha la faccia stanca e triste. Quando guarda dritto davanti alla telecamera si vede che è preoccupato: «È il momento più difficile dalla fine della Seconda Guerra Mondiale - dice -. Chiedo a tutti la massima unità». Il devastante sisma, secondo il premier, potrebbe provocare la più profonda crisi degli ultimi 65 anni per il Giappone. «Unendo le forze, aiutandosi a partire da parenti e amici, superiamo la crisi, ricostruiamo il Giappone. È questa la preghiera che faccio a tutti», ha detto. Il Paese prova a ripartire. A Tokyo, poche ore dopo la catastrofe, la megalopoli ha ricominciato a funzionare. Lorchestra del Maggio Musicale Fiorentino sabato sera ha fatto il tutto esaurito. «È la gente che vuole ricominiciare a vivere, dice il violinista Marco Zurlo raggiunto al telefono. Eppure qui- racconta- le scosse continuano. I telefonini dei giapponesi ogni tanto si mettono a suonare, mandano messaggi contro il terremoto. Un paio di noi non hanno retto allo stress e si sono fatti rimpatriare». Intanto il sindaco di Firenze Renzi partirà giovedì per Tokyo, «per stare vicino ai professionisti del Maggio».
Eppure la paura ormai è diventata evidente. Da un lato ci sono i giapponesi che cercano di mantenere la calma, che evitano il panico. Dallaltra chi può fugge. Molti hanno deciso di far partire le famiglie, soprattutto quelli che hanno bambini, e i voli in partenza dagli aeroporti della capitale, Haneda e Narita, sono pieni. Le prenotazioni sono ancora più numerose nel fine settimana. Intanto la natura sembra accanirsi sul Paese: il vulcano Shinmoedake si è risvegliato, cenere e lapilli si intravedono da quattro chilometri di distanza nellaria. Non solo: lAgenzia metereologica giapponese ha avvertito che nei prossimi giorni sono possibili scosse di assestamento di una magnitudo che potrebbe raggiungere i 7 gradi. LAmbasciata francese ha invitato i suoi cittadini a lasciare Tokyo e lenorme area del Kanto. Anche la Germania e gli Usa consigliano di allontanarsi dalla capitale e possibilmente dal Giappone. E nella capitale si cerca di risparmiare energia.
Tutti in fuga dal Paese «È lora più difficile dai tempi della guerra»
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