Tutti i dubbi del Sismi sul libro che parla della «squadra» di Calipari

L’intelligence militare sta per avviare un’inchiesta interna per scoprire eventuali «gole profonde»

Claudia Passa

da Roma

Dopo il tragico incidente sulla via dell’aeroporto di Bagdad, con il cadavere ancora caldo di Nicola Calipari, fra i giornalisti italiani si fece a gara a render note le strettissime frequentazioni con lo sfortunato 007. Un dettaglio pubblicitario di cui il bravo agente segreto avrebbe volentieri fatto a meno, sia perché è consuetudine per tutti tutelare le «fonti» (a maggior ragione se sono morte) sia perché così facendo sull’interessato si fecero inutilmente convergere i sospetti di fughe di notizie oggetto di specifici accertamenti all’interno dei servizi segreti militari.
Stavolta la storia sembra ripetersi. L’Unità, foglio dei Ds, annuncia l’uscita (in allegato con il quotidiano) di un libro con novità sconvolgenti e titola: «La Squadra di Calipari: occhio agli americani, hanno il grilletto facile». Sommario: «La rivelazione degli uomini del Sismi», ovvero degli agenti segreti «che lavoravano con Calipari e che ricostruiscono in un libro gli ultimi giorni del funzionario che liberò Giuliana Sgrena». Ultime due righe: «Il racconto di una litigata per telefono con un misterioso interlocutore. “Poi Nicola staccò il cellulare...”». Ce n’è abbastanza per incuriosirsi, con gli uomini di Calipari che rompono la consegna del silenzio, sfidano l’autorità costituita e coraggiosamente rivelano al grande pubblico particolari coperti dal segreto di Stato. Sin dalle prime righe si scopre che oltre agli agenti senza nome che - secondo gli estensori del volume - compongono tutti «la squadra di Nicola» (nell’articolo definiti «i Calipariani») si rivedono i «giornalisti che hanno conosciuto Calipari e intendono rendergli omaggio e contribuire alla battaglia di verità e giustizia». Anche loro - come le barbe finte della «squadra di Nicola» - nel libro non hanno identità: si racchiudono sotto lo pseudonimo di Marco Bozza. L’unico nome in chiaro è quello di Rosa Calipari, la vedova dello 007, che pubblicamente ringrazia i colleghi del marito che avrebbero partecipato alla stesura del volume.
Diametralmente opposta la versione dei Servizi, così abbiamo chiesto lumi ai referenti istituzionali competenti nonché alle «fonti» dell’intelligence militare. Dal Cesis si dicono a dir poco sorpresi del libro e dell’esistenza dei calipariani: «Non ne sappiamo assolutamente nulla. In merito a eventuali responsabilità di questi agenti del Sismi, qualora essi esistano veramente, è un problema che riguarda altri». Ovvero il Sismi stesso, che non nasconde l’irritazione per le anticipazioni di un libro «costruito per alzare polvere - questa è la loro versione - e senza il contribuito di questa pseudo “squadra”» che a sentir gli 007 con le stellette non sarebbe mai esistita. «Un bel collage di articoli, di verbali, pettegolezzi - aggiungono - . Nel libro c’è un intervento dell’onorevole Brutti, ci sono le due relazioni sull’attività della commissione d’inchiesta. È molto facile mettere in bocca certe frasi senza dire chi parla, o addebitare a Calipari pensieri antiamericani o complotti interni ai suoi danni».
Due verità a confronto, dunque.

Per fare chiarezza, e dar spiegazioni al governo, il capo di gabinetto del Sismi - su mandato del Direttore (che in questi casi ha il dovere di procedere pena l’omissione d’atti d’ufficio) - starebbe per attivare una speciale commissione d’inchiesta interna finalizzata a scovare eventuali «gole profonde» che senza autorizzazione avrebbero parlato con giornalisti, violando il segreto d’ufficio e di Stato. In caso di riscontri positivi si procederebbe sul doppio binario, disciplinare e penale, interessando finanche l’autorità giudiziaria.

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