Tutti i furbi che vivono alle spalle dell'Inps: falsi invalidi, finti poveri e sedicenti braccianti

Sono più di tremila. Dichiaravano di essere non abbienti e poi possedevano decine di appartamenti oppure, un classico, prendevano la pensione per la cecità e guidavano l'auto. Denunciate oltre 4400 persone per truffe all’Inps per più di 48 milioni di euro nei primi sette mesi dell’anno

Tutti i furbi che vivono alle spalle dell'Inps: 
falsi invalidi, finti poveri e sedicenti braccianti

Roma - L'Italia dei furbetti, quella fetta del Paese che cerca sempre di vivere alle spalle dell'altra metà di connazionali. Quelli che lavorano, per intenderci. Finti ciechi, sedicenti poveri con prima, seconda e anche terza casa. Sono stati smascherati oltre tremila falsi invalidi e finti poveri, denunciate oltre 4400 persone per truffe all’Inps per più di 48 milioni di euro nei primi sette mesi dell’anno. È questo il bilancio degli oltre 11 mila controlli effettuati dalla Guardia di Finanza, in tutta Italia, su coloro che beneficiano delle cosiddette prestazioni sociali agevolate (Psa). Tutti truffatori che, avendo falsamente attestato un basso tenore di vita, avevano fruito dallo Stato e da altri enti pubblici di agevolazioni non spettanti sotto forma di borse di studio, assegni di maternità, buoni mensa, contributi sugli affitti ed altri sussidi che potevano e dovevano essere destinati ai veramente bisognosi. E così, la Guardia di Finanza ha scoperto decine di "falsi poveri" che invece possedevano decine di appartamenti, e "finti ciechi" che guidavano la macchina, andavano in bicicletta ed andavano a fare la spesa. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato scoperto pochi giorni fa nella provincia di Lecce: in poco più di 10 anni aveva percepito dall’Inps 112mila euro.

Le truffe degli stranieri
I controlli svolti in tutta Italia hanno anche consentito di denunciare 4.400 soggetti che hanno frodato le casse dell’Inps di oltre 48 milioni di euro. Tra questi 270 stranieri che, dopo aver ottenuto il ricongiungimento familiare con gli anziani genitori, richiedevano l’assegno sociale per garantirne il mantenimento e, dopo averlo ottenuto, li rispedivano nelle terre di origine appropriandosi, di 6,2 milioni di euro, pari ad un importo medio procapite di circa 23.500 euro. Singolare anche la posizione di due coniugi settantenni di Reggio Calabria: percepivano l’assegno sociale ma vivevano in Argentina. Sono state, inoltre, scoperte 612 persone che continuavano a percepire la pensione dei parenti congiunti che, però, erano defunti ormai da tempo. La frodi accertate in questi casi ammontano ad oltre 3,7 milioni di euro e 556 dei truffatori sono stati scoperti tra Lecce e Palermo solo nel mese di luglio.

E spuntano anche i falsi braccianti agricoli Altro capitolo in materia di tutela della spesa pubblica riguarda i "falsi braccianti agricoli", ossia i soggetti che risultano assunti fittiziamente come lavoratori stagionali nelle campagne di raccolta dei prodotto ortofrutticoli e che maturano, nei periodi post-raccolta, il diritto ad indebite indennità di disoccupazione. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle hanno così permesso di scoprire e denunciare 3.222 persone che hanno frodato le casse dell’Inps per oltre 19 milioni di euro.

A questo fenomeno, poi, le Fiamme Gialle di Foggia hanno ricollegato un giro vertiginoso di "falsi ricorsi" dei braccianti gestito da 14 avvocati che, in circa 5 anni, hanno presentato decine di migliaia di "ricorsi fotocopia" anche a nome di ignari braccianti, talvolta addirittura deceduti, per ottenere rimborsi dall’ente previdenziale confidando nell’impossibilità dello stesso ente di poter verificare ogni singola posizione a causa dell’eccessivo numero dei contenziosi instaurati. Dopo l’inchiesta, il numero dei ricorsi è calato del 90 per cento.

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