Da tutti i gruppi parlamentari una pioggia di settemila proposte di modifica alla legge. Ma quelle da discutere saranno solo mille ed è scontro tra Ds e Margherita «Aliquota al 45% a partire da 100mila euro» L’emendamento alla manovra sostenuto da Rif

Fabrizio Ravoni

da Roma

Tommaso Padoa-Schioppa ritiene che la «Finanziaria verrà approvata così com’è: ormai la considero un’opera compiuta. Ci sarà solo qualche ritocco». Alla Camera la pensano in modo diverso. Tant’è che è stato addirittura coniato un nuovo termine: l’«emendamento attenzionato». Per emendamento attenzionato s’intende quello segnalato da ogni gruppo parlamentare alla commissione Bilancio.
Una decina di giorni fa, immaginando un diluvio di emendamenti, Bertinotti - d’intesa con la conferenza dei capigruppo - aveva limitato a 750 gli emendamenti da discutere in commissione. Gli attenzionati, appunto. Da suddividersi proporzionalmente in funzione della rappresentanza politica di ogni gruppo. Vale a dire, 250 al gruppo dell’Ulivo, 207 a Forza Italia, 90 ad An, e così via, fino ad arrivare ai 35 emendamenti spettanti all’Udeur. Allo scadere del tempo, ne sono arrivati quasi 7mila. Ed ora i diversi gruppi devono indicare alla commissione quali sono gli emendamenti attenzionati e quali meno.
Fra il quarto ed il quinto piano di Montecitorio, quindi, galleggiano 7mila emendamenti: la commissione Bilancio li raccoglie per articolo e per argomento; il servizio Bilancio verifica per ognuno la copertura. Poi la giostra riprende per verificare se quelli attenzionati hanno la copertura. Un rompicapo.
Una volta definiti gli attenzionati con copertura, la settimana prossima inizierà la discussione in commissione Bilancio. E Rifondazione comunista già è pronta alla battaglia. Fra gli emendamenti attenzionati, «con copertura certa», dicono gli uomini di Prc, c’è quello che punta ad alzare al 45% l’aliquota massima Irpef. Ma, anziché portarla sui redditi oltre i 150 mila euro (come chiedono i Ds in un loro emendamento attenzionato), puntano ad applicarla ai redditi sopra i 100mila euro. «In questo modo è possibile - spiegano - aumentare le detrazioni per i redditi più bassi, per farle esaurire a 40 mila euro». Rifondazione chiede anche l’indennità di disoccupazione per i precari, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari nella pubblica amministrazione (centrale e locale), l’eliminazione dei ticket sia sul pronto soccorso sia sulla diagnostica. Per coprire queste spese, suggeriscono un aumento del contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro e l’eliminazione dell’Iva agevolata (10%) sulle pay-tv.
Proprio le coperture sono il problema degli emendamenti. Molto gettonata, come forma di copertura, l’aumento del 10% delle tasse sui superalcolici. L’hanno usata un po’ tutti: a destra come a sinistra. Al punto che sia i gruppi di maggioranza sia quelli d’opposizione hanno invitato i deputati ad individuare forme alternative. In caso contrario, una bottiglia di whisky il prossimo anno sarebbe arrivata a costare più di mille euro.
Ogni deputato è convinto che il proprio emendamento diventi attenzionato per il proprio gruppo. Fabio Mussi, per esempio, è convinto che la sua richiesta di aumentare i fondi per l’Università rientri in questa fattispecie negli emendamenti dell’Ulivo. Analogamente, Nicola Rossi ritiene altrettanto per i suoi emendamenti che puntano a introdurre la compensazione fra crediti d’imposta e le fatture per le imprese fornitrici della pubblica amministrazione.
Infine, anche il governo ha presentato 200 emendamenti.

Pierluigi Bersani, per esempio, vorrebbe ridurre l’aumento dei contributi a carico dei lavoratori autonomi. E già si vede battaglia fra Ds e Margherita per gli emendamenti attenzionati dell’Ulivo. Soltanto ieri, per stabilire la divisione, ci sono state tre riunioni sull’argomento.

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