Tutti i mondi della Milanesiana Oggi protagonista è l’orrore

Gli zombi anti-sistema di George Romero e il fantasma di Poe di Matthew Pearl

Marta Bravi

Mondi diversi dialogano tra loro, accomunati da un tono: l’oscurità. Elisabetta Sgarbi, ideatrice e curatrice della «Milanesiana», ha scelto come tema per questa settima edizione i Mondi oscuri.
Oggi è l’universo horror ad andare in scena. A scorrere sullo schermo dello spazio Oberdan, dalle 10, saranno le pellicole di uno dei più grandi registi indipendenti americani, George Romero. Si comincia con La notte dei morti viventi, classico dell’horror, nonché pellicola d’esordio dell’allora giovane regista, seguita da Zombi, Il giorno degli zombi e La terra dei morti viventi. Le proiezioni in lingua originale con sottotitoli, che andranno avanti fino a tardo pomeriggio, sono tutte a ingresso libero. Un avvertimento per chi non avesse mai visto un film di Romero: «Dimenticatevi gli zombi, perché i suoi film sono apertamente politici e si fanno beffe del governo, delle istituzioni religiose, dei media e della società nel suo complesso...», come scrisse all’epoca la critica. Quando chiesero a Romero perché avesse diretto tanti film sugli zombi, l’artista esplose in una risata: «Per me non si tratta di film sugli zombi. Ho semplicemente usato quei poveracci defunti come pretesto per parlare di altre cose». La giornata dell’orrore prosegue al teatro Dal Verme alle 21 con delle letture a tema e un’anteprima. Matthew Pearl leggerà alcune pagine tratte da L’ombra di Edgar (Poe, ovviamente), il romanzo che gli è valso un posto nell’avanguardia contemporanea, mentre Romero leggerà dei passi dal suo Il brutto nel cinema. La Sgarbi non ha lasciato nulla al caso: chiuderà la serata Dead on...: the life and the cinema of George Romero, l’ultimo documentario di Rusty Nails, proiettato a Milano in anteprima.
Domani, invece, sarà la volta dei mondi di Wenders: dalle 11 alle 17 allo spazio Oberdan si viaggia tra Lisbona (Lisbon story), Colonia (Ode a Colonia, documentario sul gruppo rock tedesco BAP), passando attraverso il blues (The soul of a Man). Appuntamento alle 21 a teatro (Dal Verme, 10 euro) per i reading di The Good Life, l’ultimo atteso romanzo di McInerney, Land of Plenty di Wenders e Un’infinita storia d’amore di Fernanda Pivano. Per rimanere in atmosfera «wendersiana» i Madredeus, l’errante gruppo portoghese anima della colonna sonora del film Lisbon Story, si esibiranno dal vivo sul palco per presentare il loro ultimo album: Un amor infinito.
E a proposito di musica e sperimentazione Brian Eno, già protagonista indiscusso della Triennale con l’installazione 77 Million Paintings, sarà sul palco del Dal Verme giovedì (ore 21) per leggere Michel Faber. Il poliedrico artista interpreterà alcuni brani di Natale in Silver Street. Nuove storie del petalo cremisi, raccolta di racconti uscita solo in Italia nel 2005, e I gemelli Fahrenheit. A chiusura della serata all’insegna dell’eclettismo, il concerto per voci, pianoforte, Ondes martenot (strumento elettronico a tastiera, quasi un antenato del sintetizzatore, presente negli album più sperimentali dei Radiohead, per intenderci), video e macchine del suono di Fanny&Alexander, duo ravennate insignito del premio «Ubu Speciale» nel 2005 proprio per questo progetto triennnale.


Venerdì alle 21, sempre al Dal Verme, ci si addentra nel mondo ossimorico di «Violenza e libertà» con Azar Nafisi, autrice del best seller, tradotto in 32 lingue, Leggere Lolita a Teheran, e Lilli Gruber che leggerà passi di Chador: nel cuore diviso dell’Iran. Michele Campanella, maestro del pianoforte, interpreterà Musorgskij in Quadri di un’esposizione.

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