Tutti gli sprechi di Regione, Comune e Università

Tutti gli sprechi di Regione, Comune e Università

(...) di presunti danni alla finanza pubblica pari a oltre 5 milioni di euro». Un altro aspetto importante riguarda gli appalti. Il procuratore generale punta il dito anche contro dirigenti e funzionari che non denunciano abbastanza gli illeciti. «Da qui la necessità per il pm - spiega la relazione - di reperire le notizie di danno da altre fonti, come gli organi di stampa». Il dito è puntato particolarmente contro la Regione Liguria: medici di medicina generale e pediatri convenzionati sono stati pagati dal Servizio sanitario regionale - anche se nel frattempo sono deceduti - per il mancato aggiornamento delle liste nonostante la regolare comunicazione da parte dei Comuni agli uffici preposti. Per questo la Corte ha aperto un procedimento di verifica. Nel mirino della magistratura contabile anche i rapporti tra la Regione e la società di servizi informatici Datasiel che si sarebbe aggiudicata appalti in ambito sanitario al di fuori della libera concorrenza. «Numerosi affidamenti diretti di appalti, dalle Asl a Datasiel - precisa Coccoli - sono stati effettuati in violazione della normativa in materia di evidenza pubblica, con pregiudizio della libera concorrenza e danno erariale, consistente quantomeno in perdita di “chanches“ per la pubblica amministrazione, di ottenere da altri contraenti condizioni di maggior favore». Ce n’è anche per l’Acam, la società di erogazione dei servizi di acqua e energia della Spezia, e per Amt, entrambe fortemente partecipate dai Comuni di riferimento territoriale ed entrambe oggetto d’indagine. In quanto ad Acam, scrive Coccoli nella relazione, «apposita delega istruttoria è stata conferita alla Guardia di Finanza in relazione a fattispecie segnalate sulla gestione della holding multiutility a capitale interamente pubblico, che presenta una preoccupante situazione di bilancio debitoria». Amt, invece, è da anni sotto inchiesta per la costituzione di Ami, una società che ne potesse risanare i conti «e che invece è stata liquidata dopo un brevissimo esercizio con un danno alle finanze pubbliche notevolissimo. Sembra che la predetta società - prosegue Coccoli - sia stata sostanzialmente creata in disavanzo, avendo come mission unicamente la ricerca di una progressiva riduzione del disavanzo stesso». Censura anche all’Università: un gruppo di indagini riguarda la gestione amministrativo-contabile, con particolare riferimento a compravendite, gestione e lavori edilizi relativi ad alcuni complessi immobiliari. Il procuratore regionale ricorda il caso della compravendita del palazzo ex Eridania, ma anche quello di altri immobili sedi di alcune facoltà, dove sembrerebbero profilarsi illeciti in materia di esecuzione di lavori non conformi alla legge, pagamenti di canoni di locazioni a causa del ritardo nella realizzazione di opere, «irrazionalità e antieconomicità di notevolissime spese concernenti la trasformazione ad uso universitario di edifici acquisiti dall’Ateneo con contratti di concessione e restituiti all’amministrazione proprietaria». Sentenza di «condanna per colpa grave», infine, nei confronti del direttore generale pro tempore dell’Agenzia regionale per la Promozione turistica «In Liguria» per una spesa relativa a una iniziativa promozionale collaterale - il progetto «Genova porto gioioso» - collegata al vertice G8 del 2001 e ritenuta dai magistrati contabili completamente inutile.
Immediata la reazione della Regione, con una nota della presidenza secondo cui «i problemi relativi alla carenza di aggiornamento dell'anagrafe degli assistiti sono imputabili prevalentemente alla precedente giunta». Per quanto riguarda Datasiel, la nota precisa che «la società appartiene interamente alla Regione, inoltre l'affidamento di servizi e forniture è disciplinato da una specifica legge regionale approvata dal Governo e validata dall'Unione Europea. Anche in questo caso dunque non esiste alcun danno né di carattere contabile né di carattere amministrativo». Di parere opposto l’onorevole Sandro Biasotti, candidato governatore del centrodestra e oltre: «Questa volta non sono io a parlare apertamente di sprechi, di appalti sotto inchiesta e di prezzi lievitati, ma il procuratore della Corte dei Conti della Liguria». Dunque accuse chiare e circostanziate: «Secondo i magistrati, la Regione guidata da Burlando ha rinunciato volutamente all’opportunità di ottenere da altri contraenti condizioni di maggior favore. Significa che la Regione ha sprecato denaro pubblico. Se c'erano dubbi sul cattivo funzionamento della sanità in Liguria, oggi sono stati diradati dai giudici». Gli fa eco il consigliere regionale Gianni Plinio, Pdl, sempre in prima linea nella battaglia contro gli sprechi: «La relazione del procuratore generale conferma la bontà di tutte le nostre denunce relative ai tantissimi sprechi della sanità regionale.

Gravissime sono le responsabilità del presidente Burlando, dell’assessore Montaldo e dei direttori generali delle Asl che, con i propri comportamenti omissivi quanto a verifiche e controlli, hanno consentito un ingentissimo sperpero di pubblico denaro. Spero che la Corte dei Conti li chiami a risarcire di tasca propria i danni arrecati all’erario regionale».

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