Tutti per strada e gli sciacalli rubano nelle stanze vuote

Gli appartamenti sventrati vengono presi di mira dai ladri. Ma ci sono già i primi arresti. Il presidente della provincia: «Una barbarie, delinquenti in azione nella notte»

L’Aquila È un centro storico fantasma, quello dell’Aquila, imbiancato da nuvole di polvere che si levano dalle caterve di macerie mosse dalle ruspe. Palazzi abbandonati per la salvezza. Lasciati in fretta, per correre in strada avvolti appena da una coperta. I portoni sono spalancati e abbandonati. Gli atri coperti di detriti. Le ante delle finestre sbattono a ogni alito di vento. E poi ci sono i palazzi sventrati. È facile intrufolarsi in questa tragedia. Basta poco. È facile infilarsi nelle vite distrutte e nel dramma delle famiglie. Nelle certezze portate via da una violenta scossa che di notte ha costretto tutti a infilare il buio e a dimenticare le proprie case. Che vengono subito prese di mira: i furti iniziano a consumarsi presto. Mentre la sofferenza cerca una via d’uscita, mentre si contano oltre centomila sfollati, mentre le ambulanze continuano a zigzagare tra una strada e l’altra, mentre si cercano i dispersi e i conti non tornano, diversi appartamenti vengono presi di mira. E svaligiati.
«Il fenomeno non è nuovo - tuona la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane - ma ogni volta è barbarie. Ci sono alcuni sciacalli - continua - che erano in circolazione già da pochi minuti dopo che la terra ha tremato. Terrore e urla, pianti e in diversi ne hanno approfittato per ripulire le abitazioni». Sia nel cuore di una città che si è svuotata, sia in decine di paesini vicini, dove le bare vengono allineate sui prati, tra le urla dei familiari delle vittime. Gli sciacalli scivolano tra il dolore della gente, entrano nelle abitazioni con le porte spalancate, con i muri rotti e sventrati. E rubano quello che non è da buttare. «Abbiamo immediatamente avvertito le forze dell’ordine - aggiunge Pezzopane - e le indagini e i presidi sono stati attuati. Mobilitati in tanti - anche i militari - per prevenire questi gravi episodi di delinquenza».
Circa un centinaio i carabinieri sguinzagliati «per eventuali episodi di sciacallaggio»: annuncia il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Mentre scattano i primi fermi, e anche alcuni arresti, tra l'emergenza e i soccorsi. E proprio per tentare di fermare i ladri, nella questura dell’Aquila si è svolta una riunione operativa per fare il punto della situazione e pianificare le attività di controllo e vigilanza.
I cittadini vengono invitati «a raccogliersi nei campo di calcio e nei grandi parchi, il più lontano possibile dall'abitato perché le case moderne hanno retto meglio anche se sono state comunque lesionate, ma le case antiche potrebbero crollare», così il sindaco, Massimo Cialente che lancia l'appello: «Nessuno cerchi di entrare in casa per recuperare i propri oggetti». Eppure in molti un tentativo lo fanno, proprio perché hanno paura che «i propri oggetti» spariscano.
I controlli vengono intensificati ovunque, ma è impossibile tenere d'occhio il capoluogo sventrato in ogni vicolo. «Stiamo nel centro storico - racconta una donna che se ne va in giro con sulle spalle un plaid marrone - . Abito con mia madre. E temo che le poche cose che abbiamo vengano rubate. Ci hanno chiamato alcuni amici. A loro è già successo. Siamo stati spogliati di un tetto, adesso ci lasciassero in pace. Perciò abbiamo deciso di sistemarci qui in piazza, non distante dai nostri balconi, che riusciamo anche a tenere d’occhio. È un incubo, che non avremmo mai pensato di dover affrontare».


E il capo della polizia, Antonio Manganelli, ribadisce che «mentre migliaia di uomini della Protezione civile, volontari e delle forze dell’ordine sono impegnati nel proprio lavoro, nel portare aiuti, ho visto alcuni uomini entrare nella tendopoli adibita a questura: erano stati sorpresi a rubare in case vuote. Sono stati bloccati. È una triste consuetudine, che cercheremo di fermare».

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