Controcultura

Tutto quello che non sapete di "Shining"

Tutto quello che non sapete di "Shining"

La Cemetery Dance Publications, specializzata in edizioni tanto lussuose quanto limitate, ha pubblicato in questi giorni l'edizione definitiva di Shining, forse il romanzo di maggior successo di Stephen King, uscito nel 1977. La trama è nota. Jack Torrance, scrittore in crisi, accetta il lavoro di custode d'inverno dell'isolato Overlook Hotel, in cima alle montagne del Colorado. Parte con la moglie e il figlio Danny. Il soggiorno si rivela un incubo al termine del quale l'ormai impazzito Jack prova a sterminare i famigliari prima di morire nel rogo dell'hotel, che sembra infestato e addirittura dotato di una identità malvagia. La fama di Shining è legata anche al film omonimo (1980) di Stanley Kubrick con Jack Nicholson e Shelley Duvall. L'adattamento non è fedele. Kubrick ha selezionato le scene del libro, aggiungendo e modificando a suo piacimento. In particolare, il finale si svolge in un labirinto ghiacciato assente nel romanzo. Ma la vera differenza tra le due opere risiede in una radicale divergenza sul significato da dare alla storia di Jack. Non a caso, King è sempre stato molto critico verso il film di Kubrick (vale anche il contrario). Torniamo al nuovo volume. Gli apparati sono ricchissimi. I fan, ammesso che riescano a procurarsi una delle copie numerate, troveranno le ricercate e discusse scene tagliate dalla prima edizione. E molto altro. Ecco cosa.

IL PROLOGO La novità più importante è il prologo, tagliato dalla redazione del 1977 e pubblicato solo nel 1982 in un numero speciale della rivista Whispers. È una biografia dell'Overlook Hotel a partire dalla inaugurazione del 1910 fino al 1958. L'hotel è maledetto fin dall'inizio e il suo cuore nero è il giardino dove siepi a forma d'animale sembrano muoversi e aggredire gli ospiti. Lì muore, cadendo da un pony, il piccolo Boyd, figlio prediletto del primo proprietario dell'Hotel, Bob T. Watson. Lì muore, per un attacco di cuore, il secondo proprietario dell'Hotel, James Parris. Lì sono ambientati gli incubi dei clienti, tormentati dalla sensazione che l'intero albergo sia vivo. In queste pagine troviamo poi la storia del gran ballo (orgia) in maschera che ossessionerà Jack Torrance, e che nel film di Kubrick appare per frammenti, come fosse una allucinazione. L'ultimo episodio riguarda invece la strage del 1958, un regolamento di conti tra mafiosi avvenuto nella suite presidenziale. Tra queste sciagure, King introduce una scena famigliare del 1953. Il piccolo Jack Torrance, sei anni, è inseguito dal padre, un violento ubriacone. «Vieni qua a prendere la purga» ripete. Sono le stesse parole che Jack, adulto, rivolgerà a suo figlio Danny in fuga lungo i corridoi dell'Overlook.

IL FINALE Il romanzo si conclude con Danny e il cuoco dell'Overlook, Hallorann, che dialogano tranquillamente. Ma era previsto un capitolo ulteriore, una antologia di finti articoli dei giornali locali in cui si racconta il rogo dell'albergo. Dal collage, emerge che la versione ufficiale (guasto alla caldaia) non è credibile. Quanto alla ricostruzione... Ma davvero qualcuno sarebbe così pazzo da ricostruire un luogo tanto sventurato?

LE SCENE TAGLIATE Oltre al prologo e all'epilogo, sono molte le scene tagliate dal dattiloscritto originale. Quelle più importanti riguardano i poteri di Danny e la personalità dell'Overlook Hotel. Eliminare qualche pagina rispondeva a un'esigenza economica: contenere la lunghezza e quindi il prezzo di copertina. Ma non è sempre così. Alcuni episodi sono caduti per rendere ancora più enigmatico il dono della luccicanza e aumentare il mistero dell'Overlook. Cos'è la luccicanza? Precognizione, capacità di leggere il pensiero, forse la telecinesi. È dunque un potere paranormale di cui molti, senza saperlo, sono dotati almeno in minima parte. La luccicanza è un dono riservato alle anime pure? Può darsi ma bisogna osservare due fatti, che complicano decisamente la situazione. Danny, nel momento decisivo in cui affronta il padre Jack smascherandolo e facendolo tornare in sé non si serve dello shining ma dell'amore. Come arma, dunque, la luccicanza è un po' spuntata. Soprattutto Stephen King racconta di aver pensato a un finale totalmente diverso: «Il piano originale era che morissero tutti quanti nell'albergo. Danny sarebbe diventato la forza che controlla l'Overlook, accrescendo esponenzialmente la forza psichica di quel luogo».

LA FAIDA CON KUBRICK La nuova edizione di Shining include anche una postfazione di Mick Garris, regista della omonima miniserie (1997) voluta dalla Abc e appoggiata da King, desideroso di raccontare anche in video la sua versione della storia, che riteneva così diversa da quella di Kubrick. L'impresa sembra disperata ma nei limiti imposti dalla televisione può dirsi perfino riuscita. Garris non lesina stoccate contro Kubrick. Dopo aver ricordato le «molte recensioni negative» ottenute dal film con Nicholson, Garris sostiene, come ha fatto molte volte King, che Kubrick ha tradito il romanzo. Il Jack Torrance di King è un uomo buono traviato dal Male. Questo non lo solleva da alcuna responsabilità. Al contrario, Jack avrebbe potuto sottrarsi al Male ma non lo ha fatto. Il Jack Torrance di Kubrick è tutta un'altra storia. Fin dalla prima inquadratura, è uno psicopatico pronto a esplodere. Non c'è libero arbitrio nell'universo di Kubrick. Il romanzo è caldo e umano. Il film gelido e intellettualistico.

Garris ricorda che Kubrick, per restituire i diritti a King, ottenne 1,5 milioni di dollari.

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