Davide Oldani, 41 anni, lui milanese di Milano e i suoi di Cornaredo dove ha aperto il ristorante DO, dal suo maestro, Gualtiero Marchesi, ha preso la capacità di sfornare libri, di attingere alla vita professionale per metterla nero su bianco e lasciare così delle tracce reali. Del DO si sono dette e scritte mille cose, la più sentita e letta è quella del prezzo: la trattoria stellata più economica del Buon Paese, un capolavoro di marketing in epoca non sospetta perché Davide ha giocato con larghissimo anticipo rispetto alla crisi economica. Per Rizzoli ha da poco curato La mia cucina POP, sottotitolo «Larte di caramellare i sogni». Ha un grande merito. Si presenta come un «brillante innovatore dellalta cucina e strenue difensore della semplicità», ma è una semplicità che trasuda conoscenza e profondo rispetto per la cucina classica. Non è faciloneria, insomma. È un libro scritto.
Prima delle ricette ci sono pensieri e riflessioni a iniziare da quel POP che appare nel titolo: sta, ovvio, per popolare ma non è sinonimo di celebre alla velinara, va inteso come ragazzo del popolo che ha gusti semplici, che vuole fare bene e non farlo strano. Però celebre Davide lo è lo stesso. Ma per una via seria.Tutto in un libro Quanto è popolare la cucina pop di Davide Oldani
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