Un sano (?) fine-settimana di contrapposizioni: così come Gambero Rosso e Slow Food daranno il loro meglio con SaltExpo a Napoli e Slow Fish a Genova, così a Parma cè chi si è avvelenato il fegato per lesordio a Rho-Pero di Tuttofood, fiera internazionale dellalimentare, arrivando a creare FutureTaste, appuntamento ponte verso il Cibus 2008. E in attesa di scoprire che Cibus diventerà sempre più romano («Ma siamo pronti a stringere unalleanza con Parma», ha detto ieri lamministratore delegato di Fiera Milano Claudio Artusi), Tuttofood è un quadro popolato da 1.162 espositori, dei quali un centinaio stranieri per un totale di 32 nazioni, 33 con lItalia.
Parola dordine: internazionalità e innovazione. La tradizione fa capolino solo a tavola e se è giusto a livello di materie prime lo è meno quanto a preparazioni perché Milano è sempre stata creativa, pronta ad accogliere il nuovo.
Ha detto ancora Artusi: «La nostra vera partita ce la giochiamo con Colonia, Barcellona e Parigi», al quale si è agganciata una vibrante Viviana Beccalossi, assessore allagricoltura e vice governatore lombardo: «Siamo malati di provincialismo: in America il taroccato alimentare italiano fattura 500 milioni di dollari e noi ci facciamo la guerra in casa.
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