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"Ho la coscienza a posto". Giletti rompe il silenzio sulla chiusura di Non è l'Arena

Dopo il silenzio, Massimo Giletti è tornato sulla chiusura del suo programma su La7 parlando in radio

"Ho la coscienza a posto". Giletti rompe il silenzio sulla chiusura di Non è l'Arena

Continua a destare polemica la chiusura di Non è l'Arena, il programma della domenica sera di Massimo Giletti, in onda fino a due settimane fa su La7. Tante le illazioni e le supposizioni dietro questa scelta dell'editore Urbano Cairo ma finora nessuno ha fornito elementi chiari per raggiungere la verità. Durante il suo programma radiofonico del mattino, in onda su Rtl 102.5, il giornalista ha spiegato i motivi per i quali ha finora lasciato che fossero gli altri a parlare, senza fornire una sua versione.

"Vorrei dire tante cose e verrà il giorno in cui potrò dirle. In questo momento ho tanto rispetto per i magistrati, data la situazione delicata. L'importante è avere la coscienza a posto, poi la verità verrà fuori", ha detto il conduttore, ricordando di avere "un contratto che mi vincola all'azienda in cui ho lavorato per sei anni e per rispetto a questo contratto non posso parlare senza autorizzazione e chiarire in modo serio". Tuttavia, ringraziando per gli attestati di solidarietà ricevuta in questi giorni, Giletti ha spiegato: "Nel nostro Paese non è facile fare un certo tipo di televisione, che va a disturbare chi sta nei palazzi, ma bisogna avere il coraggio di farla". Parole che lasciano intentendere, ma non esplicitano, quale sia la verità del giornalista in merito alla chiusura.

Massimo Giletti ha poi aggiunto: "Quando c'è una situazione delicata, abbiamo il dovere doppio di andare nelle sedi corrette, io l'ho fatto, il resto sono chiacchiere". Infine, chiudendo la parentesi relativa al suo lavoro, il conduttore di La7 ha dichiarato: "Noi non molliamo e continueremo a farlo. Lo devo alle persone che ci hanno seguito ma per rispetto dell'azienda per cui ho lavorato non posso dire altro, se non ringraziarla per ciò che mi ha fatto fare in questi ultimi anni".

Per il momento non è arrivata la replica del suo editore, Urbano Cairo.

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