"Di Ramy si parla solo per questo". Scontro di fuoco tra Cruciani e Karima Moual

Il conduttore della Zanzara smonta la narrazione della sinistra: "Lo speronamento serve per evitare certe morti, bloccare chi è in fuga è anche il dovere delle forze dell’ordine"

"Di Ramy si parla solo per questo". Scontro di fuoco tra Cruciani e Karima Moual
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Quando si parla di sicurezza il tono dello scontro è sempre molto aspro. Quando però si fa riferimento a una tragedia come quella del caso Ramy, allora il dibattito è sempre infuocato. Durante l’ultima puntata di Dritto e Rovescio, il programma condotto da Paolo Del Debbio, si è discusso a lungo sul ruolo delle forze dell’ordine. Un tema che ha visto scontrarsi in studio il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani e la giornalista Karima Moual.

L’opinionista di Radio 24 non ha alcun dubbio: “Si è parlato spesso del caso Ramy solo per mettere in croce polizia e carabinieri”, ha esordito Cruciani. Che poi ha aggiunto: “In realtà questo è il loro dovere, credo che si ci fosse la possibilità di intercettare o speronare. Lo speronamento serve per evitare certe morti, bloccare chi è in fuga è anche il dovere delle forze dell’ordine. Per mesi abbiamo messo in croce chiunque osasse inseguire chi non si fermava a un posto di blocco”, attacca il conduttore parlando direttamente con Karima Moual.

E le parole di Cruciani, purtroppo, trovano riscontro nella realtà e nell’ultimo episodio di cronaca. Un uomo di 56 anni originario di Sant’Agata Bolognese è morto cinque giorni fa mentre si trovava a bordo della propria auto assieme alla moglie nei pressi di San Matteo della Decima, frazione di San Giovanni in Persiceto.

La coppia di coniugi è stata travolta da una Bmw guidata da un 22enne magrebino che, assieme ad altri due connazionali, aveva scelto di fuggire da un posto di blocco per evitare il controllo dei carabinieri. L’ennesima tragedia che si doveva e si poteva evitare. Al netto della narrazione comoda a sinistra, la realtà dei fatti dice tutt’altro.

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